Bitcoin e criptovalute. Corso Base ep. 1
Di Davide Grammatica
Un corso dedicato alle alle basi di Bitcoin, blockchain e criptovalute. Per chi vuole iniziare a investire, e per chi vuole fare un ripasso. Partendo da BTC e le crypto nelle loro generalità
Bitcoin e criptovalute: cosa sono e come funzionano
Cosa c’è di meglio che studiare o ripassare le basi della tecnologia blockchain e delle criptovalute? Ovviamente seguire un percorso didattico pensato ad hoc per questo scopo.
Ultimamente, una grande quantità di neofiti è entrata nel settore crypto, ed è essenziale, in primo luogo per chi si sente compreso in questo gruppo (ma in generale per tutti), che questi vengano accompagnati a capire cos’è bitcoin e le criptovalute prima di finire in pasto all’emotività a agli imprevisti del mercato. Come si dice, meglio prevenire che curare. E anche ripassare i fondamentali, per investire in sicurezza.
Nella prima puntata partiamo dalle fondamenta. Che cos’è, effettivamente, Bitcoin? E cosa sono le criptovalute?
Indice
Le criptovalute
Tanto per cominciare, cosa si intende con criptovaluta? Questa è un’unità di valore digitale, nativa online e con delle differenze cruciali con una valuta digitale tradizionale. La prima è l’utilizzo della crittografia, che garantisce sicurezza, immutabilità e impossibilità di contraffazione, rendendo impossibile la modifica dei dati tramite decentralizzazione sulla blockchain.
Quest’ultima è l’infrastruttura su cui si muove la criptovaluta ed è il luogo che garantisce sicurezza e decentralizzazione alla crypto stessa. E lo fa impedendo la contraffazione e il double-spending, ovvero la sua falsificazione, come fosse una banconota falsa.
È relativamente facile contraffare denaro fisico, a prescindere dai metodi di sicurezza, mentre un qualcosa di digitale, tramite crittografia, può essere non-contraffabile al 100%. Il double-spending, più nello specifico, è quell’azione (legata sempre alla contraffazione) che vede la stessa unità di valore spesa per due volte. Con una moneta fisica è impossibile, mentre con una moneta digitale risulta complicato garantire che un’unità di valore non sia stata duplicata. Anche qui la risposta è nella crittografia, che è anche uno dei pilastri della criptovaluta. Senza questo processo, la moneta digitale non avrebbe nessun valore.
E ancora, una crypto è un sistema aperto, ovvero con un codice sorgente nella disponibilità di tutti, e su cui quindi chiunque può progettarci quelcosa in termini di sviluppo. Cosa che, tra l’altro, è anche un grande incentivo per avvicinarcisi, soprattutto per le menti più avvezze all’inventiva in un ambito finanziario, essendo quello tradizionale chiuso e per pochi.
In sintesi, è un’unità di valore digitale, che nasce per l’online e non ha controparte fisica, si sposta su blockchain, che garantisce il movimento in sicurezza, ed è un sistema open source.
Centralizzazione
Un passaggio fondamentale da capire per approcciarsi al mondo crypto è la differenza con un sistema centralizzato tradizionale, che prevede intermediari. Può essere la banca, il circuito della carta di credito o qualsiasi intermediario finanziario.
Questo è centralizzato, perché si basa su qualcuno che “autorizza”. Supponiamo di mandare un bonifico. Si inserisce sull’online banking la disposizione del bonifico, la banca verifica, approva, e lo manda all’altra banca, che a sua volta approva e accredita sul conto della controparte.
Ci sono, in questo caso, due approvazioni richieste, che richiedono del tempo e dei costi aggiuntivi. La banca deve essere pagata, e se l’intermediario non funziona, allora il bonifico non può essere fatto. A volte le persone non possono nemmeno prelevare o utilizzare carta di credito in caso di disservizi, e tutta la dinamica di basa quindi sulla fiducia in un ente centralizzato (in questo caso la banca).
Nella carta di credito c’è poi un ulteriore intermediario, ovvero il circuito della carta stessa. Si paga, la carta manda l’autorizzazione che passa dal circuito della banca della carta, la quale parla col conto del destinatario, e con ulteriori altri costi (pur a fronte della comodità dell’utente).
Tutto ciò, in ogni caso, solo se si è nel medesimo stato. Perché se bisognasse fare un bonifico cross-border, verso l’estero o con pagamenti tra una valuta e l’altra, ci sarebbero ulteriori tempistiche da rispettare e ulteriori costi.
Il sistema è quindi inefficiente sotto due punti di vista. In primo luogo tanti costi non necessari, dettati da più intermediari. E in secondo luogo perché se uno di questi intermediari cessasse di funzionare, tutta la catena si interromperebbe, e questo non è efficiente.
Un discorso a parte è legato alla banca in sé. Ovvero il fatto che nessuno è effettivamente in possesso del denaro affidato a una banca, ma si ha semplicemente un credito nei suoi confronti. Non può prelevare tutto il proprio conto, per esempio, perché la banca la liquidità la investe, e la proprietà del denaro non è, in questo senso, diretta.
Decentralizzazione
Un sistema decentralizzato lavora in maniera diversa. Vi sono un insieme di nodi distribuiti in giro per il mondo, e questi parlano con il network, come potrebbe essere il protocollo Bitcoin, tramite il quale la transazione viene approvata.
Non è quindi un singolo ente. È il protocollo decentralizzato a validare, e permette immediatezza e proprietà diretta del denaro.
Tempi brevi e costi minori, insomma, con una commissione minima da pagare nei confronti del network, che però a a sua volta costantemente fruibile, perché se uno o più nodi sono offline, ci sono gli altri.
Non c’è in questo senso un “single point of failure”, ovvero un elemento che, se fallisse, non si porterebbe dietro tutto il sistema.
Questo è inoltre boarderless, con nessun vincolo di stato nei confronti di una transazione, che a sua volta è rergistrata su un registro distribuito permissionless, non avendo bisogno dell’autorizzazione di nessuno (il centralizzato, al contrario, è permissioned). Il network dipende da migliaia di nodi, e se si dimostra di possedere dei Bitcoin, questi possono essere spesi come e quando si voglia, senza che nessuno si metta in mezzo.
La blockchain è questo registro distribuito su più nodi, a loro volta computer con un’applicazione che parla con il network. Ogni nodo possiede tutti i dati della blockchain (non sempre, esistono anche altri tipi). E in generale, la blockchain custodisce tutte le transazioni fatte nella storia. La sincronizzazione è in tempo reale, e affinché non ci sia dipendenza da un solo nodo, questi devono essere collegati tramite un meccanismo di consenso (da approfondire in altra sede).
Un maggior numero di nodi determina una maggiore decentralizzazione, e così la blockchain può essere trasparete e immutabile. Tutti possono controllarci ogni transazione, fino anche ad arrivare all’origine, e nessuno può cancellarle.
Bitcoin
Bitcoin è LA criptovaluta. La prima, la più sicura, e la più decentralizzata. Perché ha uno storico talmente lungo che garantisce sicurezza, è sempre cresciuta, con sempre più nodi e hashrate, e non ha un capo.
È stato creato da Satoshi Nakamoto, personaggio che nessuno ha mai visto ed che è scomparso lasciandosi un alone di leggenda. Non c’è quindi una persona di riferimento nello sviluppo e in qualsiasi decisione su di esso, e nessuna crypto è paragonabile a BTC in questo senso. È nato poi con un bailout, nel contesto della crisi del 2008, in cui varie banche hanno rischiato la bancarotta.
Proprio le banche, a spese dei propri clienti, si assumono dei rischi per portare vantaggi a pochi, come i loro dirigenti o altri. Di conseguenza, quello che fanno è un trasferimento del rischio, che nel caso di un salvataggio svantaggia solo il cliente medio. Bitcoin nasce come alternativa al sistema e alla valuta fiat, controllata dalle politiche monetare.
Come funziona BTC
Lo strumento da cui partire è un wallet, o in altre parole un programma che permette di detenere, ricevere e inviare Bitcoin. Lo fa tramite due tipi di “chiavi”, una pubblica e una privata. Non è un portafoglio tradizionale, perché non contiene effettivamente Bitcoin, ma appunto queste chiavi, che permettono di utilizzare BTC. La chiave pubblica è ricavabile dalla chiave privata tramite un algoritmo di firma digitale a curva ellittica (ECDSA), e basti sapere, per ora, che la chiave privata, se data in pasto all’algoritmo, restituisce la chiave pubblica. In sostanza, chi ha la chiave privata può arrivare alla pubblica, e il procedimento non è invertibile.
La chiave privata non va quindi diffusa per nessuna ragione al mondo, poiché se viene distrutta non è recuperabile, e se qualcuno dovesse appropriarsene, questo potrebbe avere pieno accesso ai fondi. La transazione, una volta inviata, va a finire in coda sulla blockchain, e una volta che va a scalare all’interno di un blocco, se la transazione è valida, viene inclusa, e il blocco viene validato, lasciandolo immutabile.
Il valore intrinseco a Bitcoin
Ciò che da valore a Bitcoin, per concludere, è l’adozione di BTC come mezzo di scambio. Perché è sicuro, disintermediato, nativo online e boarderless. Se si avesse un e-commerce o un’attività online o un qualcosa di fisico connesso a internet per effettuare un pagamento, questo offrirebbe tutti i vantaggi del caso. Le tempistiche della transazione possono essere variabili, ma esistono metodi come il Lightning Network che la rendono immediata.
È anche una riserva di valore digitale, che non pesa e non è da certificare (come l’oro). Non bisogna pagare commissioni per la detenzione, e può essere uno strumento finanziario, un ETF, o sottostanti che creano domanda portandone via liquidità. O ancora può essere utilizzato come collaterale per un prestito, senza dimenticare tutte le applicazioni in ambito DeFi, da approfondire in un altro momento.