Comprare e vendere crypto. Corso base ep. 10
Esistono vari modi per comprare e vendere crypto, a seconda degli exchange scelti, le fee da pagare, e le procedure di sicurezza. Ma ce ne sono alcuni meglio di altri
Compravendita crypto
Come si fa a comprare e vendere crypto e Bitcoin? In questa ultima puntata del corso base su Bitcoin e criptovalute andiamo a vedere come muoversi in sicurezza, pagare meno commissioni, e in generale avere consapevolezza di ogni tipo di operazione che si sta facendo.
Passiamo quindi dalla teoria alla pratica, partendo dalla scelta della piattaforma fino alle tipologie di ordine, e senza fare errori e correre il rischio di perdere i propri fondi.
Questo perché esistono vari tipi di exchange e varie tipologie di ordini, anche in funzione delle differenze tra mercati spot e derivati, e delle loro caratteristiche.
L’exchange
I criteri per la scelta dell’exchange riguardano principalmente la sicurezza e la reputazione. E, solo in secondo luogo, le fee vantaggiose, il numero di coin disponibile e degli strumenti derivati (se sevono).
Ma in termini di imprescindibilità, può valere anche solo il primo aspetto. Le commissioni vantaggiose sono il secondo elemento in grado di importanza. FTX e Binance, da questo punto di vista, si fanno valere eccome, e vale sia per lo spot che per i derivati.
FTX, addirittura, consente di depositare e ritirare gratuitamente i propri fondi in Bitcoin (Ethereum varia a seconda della congestione del network). Binance ha invece l’1% delle commissioni di trading, estremamente competitive se si integrano con promozioni particolari, come per esempio il nostro referrall link.
Anche lato sicurezza, i due CEX sono competitivi, soprattutto se questa è associata alla reputazione, che negli ultimi tempi sta crescendo soprattutto in rapporto con le istituzioni statali di tutto il mondo.
L’interfaccia
Per un neofita, l’interfaccia di un exchange potrebbe essere non poco complicato. Eppure potrebbe essere più semplice di quanto si pensi, quantomeno per utilizzare le risorse fondamentali.
Interessano in particolare l’order book e il pannello degli ordini. Ma come funzionano? Innanzitutto bisogna capire cosa significa andare a inserire un ordine tramite order book o a mercato. Questo non è che una rappresentazione visiva degli ordini messi in vendita, e contiene tutti gli ordini posizionati ad un prezzo specifico. Ogni controparte (domanda e offerta) andrà a inserire ordini e offerta. Il prezzo di mercato sarà quindi la convergenza tra domanda e offerta. Si vedono poi il limit order, ovvero chi converge nella domanda, e la loro controparte di ordini market. Farlo significa “voglio comprare se il prezzo arriva al punto x”. Al contrario, l’acquisto immediato si fa con il market order, il primo prezzo disponibile.
In altre parole, il “maker” o “market maker” è colui che mette gli ordini sull’order book, e crea il mercato con un profilo di prezzi. Chi invece fa ordini a mercato è il “taker”, ovvero colui che utilizza la liquidità sull’order book per realizzare i propri ordini.
La differenza tra “lato rosso” e “lato verde” dell’order book è invece chiamato “spread”. Su alcune piattaforme, questo spread può essere anche ampio, fino a toccare i 200 dollari, e potrebbe nascondere commissioni nascoste.
Spot vs derivati
Comprare sul mercato “spot” significa semplicemente comprare “direttamente” una crypto. I derivati sono la sua controparte, con in mezzo il margin trading, ovvero una compravendita con prestiti (spesso in leva).
Nello specifico, tra derivati si individuano tre tipi principali, ovvero futures, perpetual e opzioni. I futures sono sono un prodotto speculativo il cui obbiettivo è speculare sul prezzo futuro della sua scadenza. Ognuno di questi ha infatti una data di scadenza, e nel corso del tempo sviluppano una divergenza rispetto al mercato spot. Perché? A seconda del “sentiment” del mercato, il future può cambiare il proprio prezzo, che per forza di cose rimane sotto un’influenza differente rispetto a quello spot.
Uno strumento che imita alla perfezione il prezzo spot è il perpetual, ma con il funding rate, ovvero il metodo per cui il perpetual riesce a mantenere il peg.
Di fatto, questi strumenti sono funzionali principalmente al trading, e risulterebbe inutile usufruirne se l’obbiettivo è quello di investire a lungo termine. Si potrebbe quindi schematizzare il tutto a seconda degli obbiettivi. Se questo è comprare o vendere un asset, allora conviene utilizzare il mercato spot, se invece si vuole fare del trading speculativo, allora il perpetual è lo strumento giusto. I futures, infine, possono tornare utili per offrire una copertura a posizioni di medio termine.