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Episodio 5 - Lending e borrowing

Di Gabriele Brambilla

Un elemento portante della finanza decentralizzata è il money market, ovvero una piattaforma dove fare lending e borrowing di criptovalute: scopriamone di più!

Lending e borrowing nella DeFi

Il Corso di DeFi per principianti prosegue con le piattaforme di prestito, conosciute come Money Market.

Queste realtà sono degli elementi centrali nel panorama DeFi e consentono di impostare interessanti strategie di investimento.

Prima di utilizzare i money market è però indispensabile capire che cosa sono, come funzionano e quali opportunità propongono. Questa puntata arriva in nostro soccorso, aiutandoci a rispondere a queste domande.

C’è di più: finalmente non ci perderemo nella terminologia tipica del settore. Sapremo che cos’è il LTV, in cosa consiste la liquidazione e che cosa significa “collaterale”.

Perciò, blocco per gli appunti alla mano e iniziamo questa lunga ma importante lezione.

Come sempre, ricordo che quanto scritto è solo un riassunto del video che segue. Consiglio vivamente di guardare tutta la puntata e utilizzare il testo solo come supporto.

Buona visione!

Lending e borrowing: cos'è un Money Market

Cominciamo ponendoci subito la domanda clou: che cos’è un money market?

Tradotto in “mercato monetario”, il money market DeFi è una piattaforma di prestito in cui gli utenti possono fornire o prendere capitali.

Coloro che versano delle criptovalute diventano dei creditori e hanno diritto a una certa rendita. Al contrario, chi riceve un prestito dovrà ripagarlo con l’aggiunta degli interessi.

Fino a questo punto è davvero tutto semplice e simile ai classici finanziamenti.

Introducendo la terminologia corretta, il fornitore di liquidità prende il nome di lender. Il richiedente è invece chiamato borrower.

Passando al funzionamento di un money market, non è molto complesso.

Il lender versa una o più tipologie di criptovalute, ovviamente in base a quelle previste dalla piattaforma. Ad esempio, potremmo decidere di depositare degli USDC.
Fornendo liquidità abbiamo diritto a una certa rendita.

Ora che i nostri USDC sono disponibili sul money market, un utente potrà prenderli in prestito, diventando appunto borrower. Oltre alla cifra in questione, egli dovrà restituire anche un interesse.
Questo verrà in parte utilizzato per pagare la rendita al lender. Una quota sarà invece trattenuta dalla piattaforma stessa.

Essendo in ambito decentralizzato, il debitore non dovrà fornire busta paga, documenti e via dicendo. Ciò non significa che egli/ella potrà liberamente prendere fondi senza procurare alcuna garanzia.
Infatti, per ottenere un prestito si deve versare un capitale chiamato collaterale. Quest’ultimo resterà bloccato finché l’ammontare coinvolto non verrà completamente ripagato.

Ma non è tutto: la somma massima che si può prendere in prestito non è mai pari al collaterale versato.
Per esempio, se depositassimo 10.000$ in Ethereum, non potremmo richiedere 10.000 USDC. Infatti, se ETH perdesse anche solo lo 0,1% del valore, il collaterale fornito non sarebbe più in grado di coprire il prestito ottenuto.

Per funzionare correttamente ed evitare il collasso, un money market deve tassativamente impedire che ci siano delle insolvenze, altrimenti cesserebbe di esistere.
Perciò, avremo diritto a un prestito massimo inferiore al valore del collaterale. Il dato è in percentuale e prende il nome di Loan-To-Value, abbreviato in LTV.
Per intenderci, un LTV del 75% significa che con un collaterale di 1.000$ potremo ricevere un prestito massimo di 750. Il margine mette al riparo da improvvisi scossoni di mercato, piuttosto diffusi nel mondo delle criptovalute.

In aggiunta, vi è anche la liquidazione.
Nel momento in cui il collaterale perde valore e il LTV raggiunge un certo livello, la piattaforma chiude la posizione del borrower per tutelare sé stessa e i lender.
Il risultato? Il borrower riceverà il collaterale residuo, sottratto anche di una mora solitamente piuttosto salata.
Inutile dire che la liquidazione è da evitare come la peste!

Perciò, per funzionare bene, un money market deve evitare l’insolvenza, garantendo un buon equilibrio tra domanda e offerta.
Per fare ciò, i tassi d’interesse si adattano e modificano, così da invogliare gli utenti a contrarre prestiti, rimborsarli, fornire capitali o prelevarli.

Se la piattaforma è ben realizzata, la stabilità non è difficile da ottenere e tutti, ma proprio tutti, saranno felici e contenti.

Rischi di un Money Market

I money market non sono esenti da rischi, dobbiamo esserne ben consapevoli.

Innanzitutto, trattandosi di protocolli di finanza decentralizzata, vi è il pericolo di bug ed exploit.

Gli smart contract potrebbero contenere delle vulnerabilità sfuggite agli sviluppatori. Perciò, l’utilizzo dei servizi causerebbe vari problemi, fino alla perdita dei fondi coinvolti in una determinata transazione.
In aggiunta, attori malevoli potrebbero attaccare la piattaforma sfruttandone i punti deboli, rubando parte dei capitali versati.

La miglior difesa dal rischio di bug ed exploit sta nello scegliere realtà DeFi già esistenti da tempo e di una certa solidità. Inoltre, dovremmo dare la preferenza alle piattaforme dotate di audit, così da essere ancora più tranquilli.
I rischi non potranno mai essere azzerati ma riusciremo a diminuire sensibilmente la probabilità di accadimento.

Un altro pericolo dietro l’angolo è proprio legato agli amministratori. Nello specifico, viene subito in mente una cosa: il rug pull. Quando accade, uno o più addetti ai lavori scappano con i soldi degli utenti: un vero e proprio furto decentralizzato!
In generale, se il team dietro a un progetto ha intenzioni poco oneste, i fondi sarebbero a rischio. Anche in questa casistica, la miglior tutela sta nella scelta di piattaforme autorevoli, possibilmente con un team noto, apprezzato e dalla “fedina crypto” immacolata.

Spingendoci verso i rischi tipici dei money market, la scarsa liquidità è qualcosa da cui stare alla larga.
Diventando lender in contesti poco liquidi, potremmo non essere in grado di riottenere nell’immediato il nostro capitale. Se molte persone prelevassero i pochi fondi a disposizione, non ce ne sarebbero per tutti.
Dovremmo quindi attendere che i borrower restituiscano quanto preso in prestito e ciò sarebbe molto incerto e penalizzante.
Soluzione semplicissima: scegliere money market sostenibili e dalla liquidità soddisfacente.

Infine, ecco il già accennato rischio di liquidazione.
Qui cambia tutto perché siamo padroni del nostro destino: è sufficiente non spingere troppo sul prestito, mantenendo un LTV massimo del 50% per tutelarsi.
Inoltre, dovremo sorvegliare l’andamento del collaterale ed essere pronti a intervenire in caso di improvvisi crolli.
Tutto qui, basta davvero poco per risparmiarci una liquidazione!

Lending e borrowing: esempi

Spesso mi viene rivolta questa domanda: “Perché dovrei prendere in prestito delle criptovalute?” I motivi sono molteplici e dipendono da caso a caso.

Potremmo voler mantenere l’esposizione a determinate crypto, come bitcoin, sviluppando però ulteriori strategie. Ecco quindi che diventare lender di BTC e prendere in prestito una stablecoin diverrebbe un’ottima strategia.

Oppure potremmo decidere di operare in leva.
Depositando BTC andremmo a ricevere una certa rendita. Al tempo stesso potremmo prendere in prestito ulteriori bitcoin, così da aumentare la nostra esposizione. Si tratta di un’ottima idea nel caso in cui ci aspettassimo una crescita nel valore.

In più, alcune piattaforme offrono incentivi aggiuntivi non solo ai lender ma anche ai borrower.
Di fatto verremo pagati per prendere un prestito, annullando o riducendo la spesa da sostenere per ripagare gli interessi. A queste condizioni, viene proprio voglia di sfruttare le opportunità proposte dalla DeFi.

Insomma, se siamo disposti ad assumerci dei rischi, perché non approfittarne?

Non solo DeFi: anche gli exchange hanno la propria offerta lending. Tra questi, Binance è tra i migliori in circolazione ma… occhio ai rischi!

Lending e borrowing: alcuni Money Market

Nell’episodio scopriamo alcuni tra i più famosi money market, dedicando ampio spazio alle basi. Ecco qui un elenco dei principali, corredato dei link ai nostri tutorial.

  • AAVE: se diciamo money market, impossibile non menzionare AAVE. Disponibile su diverse blockchain, fra cui Ethereum, Polygon e Avalanche, propone un’offerta completa e interessante.
  • Compound: una delle prime scelte per quanto riguarda il lending e borrowing su Ethereum. Un altro mostro sacro del panorama DeFi.
  • Tectonic: protocollo di più recente creazione su Cronos Chain. Dopo un inizio scoppiettante, i capitali sono calati rapidamente anche a causa del mercato ribassista. Tuttavia, Tectonic resta una valida piattaforma, ben costruita  e discretamente utilizzata.
  • BenQi: famosa piattaforma sviluppata su Avalanche, fork di Compound.
  • MakerDAO: super-protocollo DeFi, MakerDAO è il luogo dove nasce DAI, la stablecoin completamente garantita e sovracollateralizzata da riserve in criptovalute.

Oltre ai mini-tutorial presenti nella puntata, sul mio canale YouTube sono disponibili materiali specifici e più approfonditi.

Il riassunto si conclude qui. Nel prossimo episodio del Corso di DeFi per principianti scopriremo come massimizzare le rendite nella finanza decentralizzata. Preparati: ci sarà tanto di cui parlare!


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