Episodio 8 - Asset Allocation
Di Luca Boiardi
Come, dove e quanto investire sono le prime domande che bisognerebbe farsi. Passiamo dalla teoria alla pratica del corso gratuito Trading Consapevole!
Introduzione
Come, dove e quanto investire sono le prime domande che bisognerebbe farsi. Oggi vi mostro un approccio utile a calcolare queste variabili. Passiamo dalla teoria alla pratica del corso gratuito Trading Consapevole!
Partiamo dalle fondamenta: l’asset allocation. Cerchiamo di capire, in base alla nostra condizione economica, innanzitutto, quanto ci possiamo permettere di investire. Fatto questo, iniziamo a strutturare un portafoglio basandoci sui concetti di rischio.
Trovare il punto di ottimo tra rischio e rendimento è un po’ il sacro Graal dell’investitore. Con alcuni accorgimenti possiamo fare del nostro meglio anche noi. Infine, facciamo un discorso di Investimento VS Trading: due concetti molto simili, ma molto diversi che si integrano bene tra loro.
Riassunto dell'episodio
Asset allocation: cos'è?
Eccoci alla prima puntata “pratica” del corso, dopo qualche lezione più teorica vista in precedenza. Parliamo di asset allocation, l’inizio di una strategia completa e costruzione di portafoglio.
L’asset allocation è il primo discorso da affrontare per costruire solide fondamenta per la propria strategia di trading. Quanto e come rischiare? Quali sono le diverse classi di rischio a seconda degli asset? Quanto esporsi a seconda di quello che è il mio capitale?
Obiettivi dell'investimento
Ognuno di noi ha motivi validi per investire il proprio capitale: fondo pensionistico privato, tutela del capitale dall’inflazione, ulteriore fonte di rendita, e molto altro.
Qualsiasi sia la ragione che ci porta a investire i nostri soldi, lo scopo finale è far crescere il capitale nel tempo e il più possibile, controllando il rischio. Cosa non banale perché presuppone una cosa fondamentale: equilibrio perfetto tra rischio e rendimento.
Definire il capitale iniziale
Quanto posso permettermi di allocare nel mio investimento? Possiamo deciderlo, anzi sarebbe molto sensato farlo, in base ai nostri fattori personali economici come la nostra rendita fissa, il tenore di vita e simili. Non è necessario allocare il capitale tutto in una volta, ma possiamo optare per un piano di accumulo che preveda di comprare l’asset in cui vogliamo investire anche una volta al mese, una all’anno e così via. Alla fine avrò due conti: uno cash, liquido, e uno investito.
Le entrate sono le prime che devo calcolare. Da esse devo sottrarre le spese fisse, quelle facilmente prevedibili.
Le spese variabili sono più personali e dipendono dal nostro stile di vita. Sono quelle meno prevedibili, per cui ci servirà un cuscinetto di liquidità nel caso in cui dovessero bussare alla nostra porta anche in maniera imprevista.
La rimanenza è ciò che di fatto possiamo investire: l’investimento è un di più, non deve togliere niente alla nostra vita o alla sicurezza del nostro patrimonio spendibile.
Il quadro finale influisce sulla tolleranza al rischio di ognuno di noi.
In cosa investire?
Ovviamente, l’obiettivo è quello di investire in qualcosa che possa acquisire valore nel tempo. Per decidere, posso affidarmi all’analisi fondamentale oppure valutare l’andamento dei grafici con l’analisi tecnica. Anche l’analisi tecnica dovrà essere osservata “dall’alto” perché stiamo scegliendo in cosa allocare parte del nostro capitale, non stiamo facendo speculazione (non ancora!). Quindi concentriamoci, a questo livello, su higher high, higher lows, supporti resistenze e fasi di mercato.
Diversificare è importante, ma non esagerare. Dovrò continuare a osservare quell’asset nel tempo. Non posso pensare di allocare il mio capitale in un asset e poi dimenticarmene, quindi devo essere sicuro di avere il tempo e le capacità di occuparmene giorno per giorno per controllarne l’andamento.
Infine, voglio controllare il rischio per quanto possibile: devo sapere quanto sto rischiando in qualsiasi momento. Le perdite sono l’unica cosa che posso controllare, quindi definiamole dal principio. I guadagni non possono essere previsti, le perdite possono essere limitate.
Per evitare di sbilanciare il portafoglio in maniera spropositata, cosa che aumenterebbe di molto di rischio, ci viene incontro la cosiddetta piramidazione del rischio: immaginiamoci una piramide dove la base è ciò che abbiamo di più sicuro nel tempo, ovvero i rendimenti a rischio più contenuto. Con i guadagni della mia base posso consolidare una punta di investimento a rischio maggiormente elevato.
Investimento e Trading
Concludiamo con una precisazione, forse superflua, ma doverosa. Investimento e trading non sono la stessa cosa. Investimento è allocare capitale su un asset nel quale percepiamo valore futuro. Al posto di tenere liquidità che perde valore a causa dell’inflazione, posso decidere di investire in qualcosa che rende. Il tempo è illimitato, non definito.
Il trading invece ha un limite di tempo ed è proprio quello che lo rende diverso dall’investimento, ma comunque complementare ad esso. Può essere usato stand alone certamente, ma anche come copertura e come booster dell’investimento.
Abbiamo approfondito l’argomento in questo articolo dedicato alle differenze tra investimento e trading.