Leggi questo articolo in Italiano
Unichain: l'appchain che stavamo aspettando
By Matteo Bertonazzi
il famoso DEX dell'unicorno continua a innovare e tracciare la strada. Conosciamo meglio le caratteristiche a oggi note di Unichain.
Introduzione al focus on di oggi
Quando si parla di unicorni subito pensiamo a startup in grado di raccogliere finanziamenti milionari e valutazioni miliardarie, capaci di stravolgere in positivo la vita delle persone e raggiungere quindi una vastissima base di utenti.
Facebook, Airbnb, Klarna, Revolut: tutti unicorni o super-unicorni del mondo delle startup, ma cos’hanno in comune? Si riferiscono a un pubblico di consumatori di massa e offrono una user experience facile ed intuitiva, sviluppando spesso modelli di business secondari o abilmente inseriti all’interno delle proprie piattaforme gratuite.
Il focus di oggi non si vuole concentrare su questo, bensì vuole analizzare l’unico e inimitabile Unicorno del mondo delle crypto, l’exchange decentralizzato più copiato e mai eguagliato in termini di prestazioni e distribuzione: Uniswap.
Affronteremo uno degli aggiornamenti più importanti nella storia del progetto, annunciato poco più di una settimana fa e già pronto per essere testato. Questo passo avanti è in linea con quello che crediamo essere il futuro del nostro settore, ossia l’astrazione delle blockchain.
Di cosa si tratta? Se ti sei perso i nostri eventi del giovedì o non sei un super nerd dell’infrastruttura crypto, questo articolo ti aiuterà a capire meglio la brillante strada che stiamo percorrendo già oggi.
Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 25 ottobre 2024. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!
Indice
Uniswap
Questo famoso Dex è stato lanciato nel 2018, portando nel mondo delle crypto per la prima volta una piattaforma permissionless per lo scambio tra token di diversa natura. Inizialmente in grado di fornire scambi solo tra token ERC-20 ed ETH, in seguito si è evoluto permettendo movimenti di ogni tipo.
I dati di questo protocollo sono impressionanti: quasi 2.500 miliardi di volume di trading, oltre 8 miliardi in valore economico derivanti da trading, settlement operations ed ETH bruciati, 25 milioni di wallet, mezzo milione di scambi totali.
In aggiunta, il DEX è diventato pure cross-chain, supportando ora ben nove network differenti.
Numeri da capogiro per il mondo crypto, ma ancora lontani dall’essere paragonabili alle grandi borse centralizzate della finanza tradizionale. Per far crescere prodotti come Uniswap abbiamo bisogno di un’infrastruttura e di una UX ancor più scalabili.
Tuttavia, la fondazione e gli sviluppatori hanno guadagnato solo 60 milioni di dollari (.5%).
I token holder di UNI hanno guadagnato 0 dollari da tutto questo valore transato; non appena Uniswap ha provato a proporre il revenue share la SEC è intervenuta a gamba tesa denunciando per vendita di Securities. Mentre, il 99,1% del valore creato da Uniswap è stato catturato da terze parti coinvolte nelle operazioni di gestione e operazione dell’exchange:
- Liquidity Providers: tramite la creazione e la partecipazione nei pool di liquidità questi attori sono in grado di estrapolare le fees derivanti dal trading.
- Validatori di Ethereum: questi guadagnano ogni volta che le operazioni della piattaforme vengono finalizzate sul L1, le c.d. operazioni di settlement.
- MEV Bots/Quant Algorithms: tralasciando le varie operazioni di attacco e di sfruttamento dei periodi di hype, questi attori guadagnano nel momento in cui gli scambi vengono inseriti nei blocchi.
- L2 Sequencers: tramite la trasmissione delle operazioni guadagnano commissioni per ogni operazione che passa dall’attività di sequenziamento.
Unichain: una nuova appchain per scalare e catturare valore
Pensando ad un rollup immaginiamo una rete che porta off chain l’esecuzione e si affida al Layer 1 per settlement, data availability e consenso, creando una sorta di corsia parallela in cui qualsiasi applicazione può essere sviluppata e qualsiasi token creato, derivando parte della sicurezza delle rete principale, una rete c.d. General Purpose.
Ethereum infatti è un ottimo provider di regolamento e finalità delle transazioni, in quanto garantisce una sufficiente decentralizzazione e una forte resistenza alla censura, una specie di registro di base sul quale possiamo fare affidamento quando vogliamo iscrivere passaggi di stato irreversibili.
Non si è comportato bene invece in materia di scalabilità: ogni applicazione che portava interesse e nuovi utenti, comportava un aumento della competizione per lo spazio di blocco, aumentando il costo per essere inseriti e distruggendo l’esperienza utente.
Questo ha reso la mainnet di Ethereum praticamente intoccabile per i piccoli investitori e ha creato la necessità di trovare una soluzione che non richiedesse la completa ricreazione di un network decentralizzato e incensurabile (gli alternative layer 1 ci hanno provato, pochi ci sono riusciti).
Qui subentrano i Layer 2 e la Roadmap di scalabilità Rollup Centrica; non sai di cosa parliamo? Passa ai nostri eventi del giovedì dove trattiamo questi argomenti complessi in linguaggio digeribile per tutti.
I layer 2 sono il luogo ideale in cui accogliere nuovi utenti e sviluppare applicazioni. Questi luoghi permettono di avere una finalità pressoché istantanea e costi irrisori per qualsiasi operazione, derivando la sicurezza dal fatto che si affidano per il settlement e per la data availability al Layer 1.
La nascita delle Appchain porta la scalabilità ad un livello superiore, dove le app non competono più tra di loro per il blockspace di un general purpose rollup condiviso, bensì ogni applicazione sviluppa e opera su un proprio rollup generico, ma costruito per soddisfare necessità particolari.
Il passaggio fondamentale ora diventa quello di rendere interoperabili questi L2, così da permettere una transizione senza attriti, per gli utenti finali, tra le diverse reti.
I principali strumenti per fare questo sono standard comuni e open source di comunicazione tra chain, astrazione degli account e intent based operations; la user experience dovrebbe sempre venire prima dell’infrastruttura nella visione degli sviluppatori.
Sequencer builder separation
In Unichain si sono concentrati sulla scalabilità dell’infrastruttura così da lasciare a progetti terzi l’onere di concentrarsi sullo sviluppo delle interfacce.
Le principali innovazioni portate da Unichain sono il Builder e il Verifier:
- Il Builder si posiziona prima del sequencer e fornisce a quest’ultimo le transazioni ordinate per ottenere il massimo valore estraibile in maniera estremamente più rapida tramite un sistema di sottoblocchi (200-250 ms). Questo prodotto è sviluppato in collaborazione con Falshbot e si chiamerà FlashBlocks.
- Il Verifier sarà guidato dallo staking di UNI e fornirà un livello di finalità ulteriore a seguito del lavoro del Sequencer e prima della finalità su mainnet.
Unichain separa il ruolo della costruzione dei blocchi dal Sequencer tramite il Verifiable Block Builder, realizzato in collaborazione con Flashbots. Le operazioni di Block Building vengono eseguite all’interno di un ambiente di esecuzione fidato (TEE), che consente agli utenti esterni di verificare la conformità alle regole di ordinamento delle transazione dichiarate pubblicamente.
I TEE offrono maggiori garanzie di fiducia e sicurezza rispetto ai server che sostituiscono; non garantiscono decentralizzazione, ma permettono di verificare le operazioni che questi enti fidati stanno eseguendo.
Gli attestati di esecuzione saranno emessi pubblicamente, consentendo agli utenti di verificare che i blocchi siano stati costruiti all’interno del TEE secondo le politiche dichiarate.
Superchain
L’obiettivo della collaborazione tra Unichain e la Superchain di Optimism è quello di permettere all’utente finale di eseguire le proprie operazioni di trading senza badare alla chain sulla quale si trova l’asset di output. Attori sofisticati in background (Filler, Solver, Market Maker) si occuperanno di competere per trovare la strada migliore e più cost efficient per soddisfare la volontà dell’utente.
Per risolvere la frammentazione delle chain abbiamo davvero bisogno di un’altra chain? Considerando la logica della Superchain di OP, tutte le chain connesse avranno la stessa user experience come se fosse un’unica rete. Ma come sarà per tutti i L2 non connessi a OP, come Arbitrum, Polygon, Zksync?
La risposta è che ogni asset andrebbe detenuto sulla blockchain in cui viene creato. I bridge sono una soluzione rischiosa che delega ad un single point of failure la sicurezza degli asset trasferiti; bisognerebbe iniziare a pensare unicamente agli asset ed astrarre le chain.
Con l’EIP-7683 questo viene in parte risolto tramite l’introduzione di uno standard di comunicazione interchain basato sugli intenti. La logica finale è avere un hub di liquidità sui L2, così da evitare di passare per il collo di bottiglia generato dal L1, per fare questo sarà necessario implementare uno standard condiviso e open source per l’interoperabilità
Ethereum non potrà più essere il layer in cui far girare ogni settore di applicazioni (DeFi, NFT, digital identity etc), perché non è costruito per fare tutto, deve specializzarsi in un’unica abilità: un layer di settlement e consensus decentralizzato e censorship resistant. I layer 2 invece possono specializzarsi su reti specificatamente sviluppate per le singole applicazioni; essi produrranno una massa di dati enorme che cercherà di essere pubblicata e verificata su un layer con alti livelli di decentralizzazione e resistenza alla censura: ecco dove si colloca Ethereum.
Staking e validazione
Per entrare all’interno del circolo di validazione di Unichain, i detentori di UNI dovranno mettere in staking i propri token sulla mainnet. Verranno quindi tracciati da uno smart contract che comunicherà con la rete di Uniswap tramite un sistema di comunicazione interchain le operazioni di stake e unstake. All’inizio di ogni epoca i saldi di staking verranno registrati, le commissioni della chain riscosse e redistribuite pro quota a tutti coloro che hanno partecipato correttamente al processo di verifica.
Non ci resta che attendere ulteriori dettagli per capire come incentiveranno questo processo, quale sarà l’entità della rendita aggiuntiva garantita da questo servizio e che effetti avrà sulla pressione di acquisto di UNI.
Conclusioni
Come abbiamo capito da questo articolo, Uniswap e le entità collegate (Labs e Foundation) hanno creato un’economia basata sui propri prodotti innovativi come l’interfaccia di swap e liquidity providing, tramite il wallet nativo, gli smart contract estremamente sicuri e il suo marchio ormai cementificato nella mente dei crypto investitori.
Tuttavia, la capacità di trasformare questa economia in continua crescita in rendimenti per i token holder e i contributori diretti non ha portato risultati emozionanti, cadendo nella dicotomia tra applicazione al servizio del pubblico e società lucrativa controllata da pochi.
Ma il mondo crypto è sempre in grado di stupirci nell’abbattere barriere che pensavamo insormontabili: come potrebbe cambiare il risultato, dopo il lancio di Unichain?
La risposta immediata è che inserendosi all’interno della Superchain di Optimism, Uniswap avrà un maggiore controllo dello stack tecnologico e posizione prioritaria nel dirigere le ricompense generate dalla sua attività economica.
Inoltre queste sono dei possibili avanzamenti legati alla tokenomics e alla gestione delle revenue:
- Tramite il controllo della chain e la possibilità di istituire validatori, Uniswap Labs potrà catturare i 2,7 miliardi di dollari che attualmente finiscono nelle tasche dei validatori di Ethereum, di MEV bots e Sequencers.
- I token holder di UNI saranno direttamente coinvolti in questo processo di ritenzione di valore, come osservato nella sezione dedicata allo staking. Questo porterà inevitabilmente ad un aumento di domanda per il token UNI senza dover penalizzare i liquidity providers.
- Parte delle commissioni generate da Uniswap grazie al MEV e al Settlement andrà inevitabilmente a Optimism (Base paga circa il 15%) usufruendo dell’infrastruttura Superchain.
Affinché ciò avvenga come indicato, il valore totale bloccato all’interno dei pool Uniswap su Ethereum + gli L2 (5 miliardi di dollari) dovrà passare a Unichain. Questo non è un compito facile, poiché Uniswap dovrà incentivare i suoi fornitori di liquidità a farlo. Ma conoscendo i Crypto Investitori basterà mostrare il potenziale APR aggiuntivo e stimolare con incentivi diretti in token UNI e il farming diventerà la parola d’ordine quando parleremo di Unichain.
Nonostante ci siano detrattori di questo passaggio, i quali indicano la perdita di valore destinata alla catena principale, perdono la visione complessiva: non dobbiamo avere paura del progresso, dobbiamo buttarci con convinzione verso ogni passo che ci porta ad un futuro in grado di accogliere sempre più persone.
Da un lato questo nel breve termine beneficierà Uniswap Labs e toglierà valore a ETH, ma nel lungo periodo saremo in grado di compensare questa redistribuzione grazie all’incremento esponenziale dei volumi transabili e dei nuovi utenti che potranno essere accolti da questo protocollo e da tutti quelli che sposeranno questo approccio.
L’ultima domanda che rimane è Wen Unichain? La tesnet è già operativa, potete aggiungerla al vostro Wallet Uniswap o a qualsiasi EVM wallet e iniziare a finanziare il vostro address sulla testnet Sepolia, ulteriori indicazioni sulla documentazione ufficiale. Per quanto riguarda la Mainnet dovremo aspettare ulteriori informazioni.