Il patteggiamento di Binance

Di Massimiliano Casini

Dopo le dimissioni di CZ e la multa da 4 miliardi di dollari, il primo degli exchange ha tremato ma non è caduto. Questo lo renderà più debole o solo più feroce?

Il patteggiamento di Binance

Analisi del passato

Ripercorriamo gli eventi accaduti quasi un anno fa a Binance, quando il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti hanno intentato una causa contro il più grande exchange di criptovalute al mondo.

L’accusa riguardava le violazioni delle sanzioni Usa e il riciclaggio di denaro. Questo evento ha scatenato uno dei maggiori deflussi di fondi mai registrati sui server di Binance, con più di 1,6 miliardi di dollari spostati dai portafogli custoditi dell’exchange. All’epoca, il contesto era notevolmente diverso da quello attuale. Si era appena verificato il collasso di FTX, un altro importante exchange, che in pochi giorni era sparito dalla scena dopo che il suo ceo, Sam Bankman-Fried, era stato accusato di frode ai danni degli utenti.

Oggi, la notizia di un possibile patteggiamento tra Binance e il DOJ aveva già di per sé provocato una fuoriuscita di capitali dall’exchange, riflessa anche nell’analisi on-chain di questa settimana.

Ciò ha però influito positivamente sul sentiment degli investitori nel settore delle criptovalute che, contro ogni aspettativa, stanno cercando di concentrarsi sugli aspetti propositivi di questa situazione, sostenuti anche dalle opinioni di importanti istituzioni finanziarie come JPMorgan.

Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 24 novembre 2023. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!

I capi d’accusa

Veniamo ora ai capi d’accusa che pendono sulla testa di Binance come una spada di Damocle, analizzando il PDF di “sole” 136 pagine.

Il DOJ ha accusato e raccolto prove per poter accusare Binance per tre capi d’accusa diversi:

Cospirazione e Riciclaggio: ci si riferisce alla pianificazione o all’organizzazione di azioni illegali per nascondere l’origine di denaro proveniente da attività illecite. Nello specifico, è stato sanzionato a Binance l’aver consigliato ad alcuni dei suoi clienti di aprire società off-shore non regolamentate negli USA per poter utilizzare la loro piattaforma.

Attività di trasferimento di denaro senza licenza: riguarda il trasferimento di denaro senza avere l’autorizzazione o la licenza richiesta dalle autorità competenti.

Trasferimento di denaro verso paesi NON autorizzati: si riferisce al movimento di denaro verso destinazioni o paesi non approvati o non autorizzati dalle leggi sui beni finanziari o dalle normative internazionali.

Sono imputate a Binance e a CZ una serie di operazioni poco trasparenti prima del maggio 2022, come l’aver evitato di presentare alle autorità i vari rapporti sull’antiriciclaggio, distruggendo intenzionalmente alcuni documenti e inizialmente non affinando il suo sistema di KYC (Know Your Customer) per conoscere l’identità dei propri utenti.

Oltre a tutto questo, sono stati ritrovati dei messaggi, fatti attraverso applicazioni di messaggistica come Signal, di alcuni dirigenti di Binance che hanno aiutato alcuni grandi clienti ad aggirare la regolamentazione statunitense tramite l’utilizzo di VPN e altri mezzi illegali.

Morte a CZ, lunga vita a Richard Teng

Le ripercussioni per Binance, e soprattutto per il suo ceo, sono tutt’altro che leggere sulla carta. Infatti, l’exchange dovrà pagare una multa di oltre 4,3 miliardi di dollari, di cui 2,51 da esaurire con asset confiscati e 1,81 come multa da pagare nell’arco di 15 mesi.

Se CZ si è ufficialmente dichiarato colpevole di riciclaggio di denaro e dovrà pagare una multa di 50 milioni (e probabilmente a scontare 18 mesi di carcere). Può però mantenere la sua quota di maggioranza all’interno di Binance (ma non potrà più dirigere in alcun modo la società).

Ad ufficializzare la notizia dell’uscita di CZ c’è proprio un suo Thread su X, dove l’ex ceo ha annunciato l’esito della sentenza e ha voluto ricordare a tutti gli utenti dell’exchange che, dopo i vari controlli con gli enti regolatori USA:

  • Binance non è stato accusata di manipolazione del mercato
  • Non è stata accusato di appropriamento indebito dei fondi dei clienti
  • Il nuovo CEO sarà Richard Teng, l’ex Global Head of Regional Markets di Binance

L’exchange sembra inoltre attualmente ben coperto in termini di capitali per fronteggiare una multa tanto grande, ma vedremo nelle prossime settimane o mesi cosa implicherà ciò per il mercato, e se dovessero ricorrere alla vendita di determinati asset per pagare la mora ricevuta.

Similitudini con Bitmex e sistema bancario

Possiamo notare la somiglianza di questo caso con quanto avvenuto nel 2020 a Bitmex e il ceo di quei tempi, Arthur Hayes.

Infatti, l’exchange era stato accusato dal Dipartimento della Sicurezza Usa di aver violato il Bank Secrecy Act (BSA), permettendo di fatto il riciclaggio di denaro per alcuni dei suoi clienti.

In seguito a questa accusa, comprovata nel processo del maggio 2022, l’exchange ha dovuto pagare una multa da 100 milioni di dollari, e Arthur è stato formalmente accusato di queste azioni, e condannato a 2 anni di libertà vigilata nella sua villa in Florida.

Naturalmente, casi simili accadono frequentemente anche nel sistema bancario tradizionale, dove molte banche, come HSBC, Barclays, Credit Suisse, ING e molte altre sono regolarmente accusate da parte dei regolamentatori di riciclaggio di denaro e di trasferimento di fondi verso paesi NON autorizzati.

Alcune delle multe più grandi inflitte negli ultimi anni a queste banche, per dare un’idea di quello che accade quotidianamente nel mercato regolamentato, sono:

  • Credit Suisse, che ha pagato una multa di 536 milioni di dollari nel 2009
  • Barclays, con una multa di 298 milioni di dollari nel 2010
  • ING, che ha pagato una multa di 619 milioni di dollari nel 2010
  • BNP Paribas, con una multa di quasi 9 miliardi di dollari nel 2014

Uno dei casi più emblematici, ad oggi, è HSBC, una delle banche più grandi del mondo, che ha pagato una multa di 1,9 miliardi di dollari per aver agevolato il riciclaggio di oltre 665 milioni di dollari a un cartello messicano.

Insomma, come possiamo vedere, il format è sempre lo stesso. I vari istituti finanziari permettono ai loro clienti di riciclare, cercano di nascondere le prove e, quando non ci riescono, pagano una multa, licenziano qualche dirigente benestante che trascorre qualche mese nella villa di famiglia, e il gioco è fatto.

Vedremo adesso quanto peserà una multa del genere sulle spalle di Binance, e se ciò porterà effettivamente a conseguenze rilevanti o se, semplicemente, l’azienda, ormai leader nel settore pagherà la sua multa e proseguirà liberamente raccogliendo tutti i benefici del prossimo mercato rialzista.

Il Bull Case scenario e l’arrivo degli ETF

Arriviamo adesso alle varie speculazioni e alle parole forti di JPMorgan, che in tutta questa storia rimane estremamente bullish sul settore.

Infatti, secondo gli analisti di una delle più grandi banche americane, capeggiati da Nikolaos Panigirtzoglou, questa operazione da parte del DOJ e della CFTC avrebbe portato all’eliminazione di un importante rischio sistemico per il settore. Tale rischio sarebbe derivato dalla forte incertezza che Binance avrebbe trasmesso all’esterno per tutti gli investitori.

Con questa dichiarazione, e con l’azione della regolamentazione americana, abbiamo un ulteriore segnale di come tutti gli elementi sembrino convergere in modo favorevole per Bitcoin e per l’intero settore, probabilmente in attesa dell’evento catalizzatore finale che ha sempre attirato l’attenzione mediatica del grande pubblico: l’halving.

Ecco una lista di alcuni punti da tenere sott’occhio e che analizzeremo di seguito per fare chiarezza:

1. Rimozione o indebolimento di vari exchange che consentono l’acquisto e la vendita di criptovalute senza essere quotati in borsa.

2. Dichiarazioni positive da parte dei ceo delle più grandi istituzioni mondiali in favore di Bitcoin

3. Interesse crescente dei maggiori fondi del mondo verso Bitcoin e investimento mediante mezzi regolamentati: Coinbase, Microstrategy e Riot Platforms

4. Prospettive di tassi d’interesse stabili o in declino nel 2024/25 (come comunicato dalla FED)

5. Avvicinarsi dell’halving di Bitcoin.

Sul punto 1. ci siamo, mentre punto 2. potremmo linkare una decina di articoli in cui Lerry Finch, ceo di Blackrock, parla bene di Bitcoin e di come secondo lui possa essere considerato “oro digitale”. Oppure i report fatti da Fidelity, una delle più grandi società d’investimento, che descrive Bitcoin come un modo per immagazzinare e trasferire energia elettrica per il mondo.

Per il punto 3. non servono parole per descrivere quanto questi fondi siano già ampiamente posizionati su Bitcoin e bullish sul settore. Basta analizzare i tre principali mezzi che questi fondi hanno per investire sul mercato, come Coinbase ($COIN), Microstrategy ($MSTR), che detiene in bilancio più di 6 miliardi di dollari sotto forma di BTC, e Riot Platforms ($RIOT), una delle più grande aziende di mining al mondo.

È lecito pensare che questi grandi player abbiano tutte le intenzioni di vedere l’ETF di Bitcoin approvato, e di portare quindi il suo prezzo alle stelle.

Al punto 4. Abbiamo le parole di Jerome Powell, che nell’ultima e importante riunione della Fed ha fatto ciò che tutti si aspettavano: mantenere i tassi invariati e promettere al mercato che ciò continuerà ancora per un po’.

Come abbiamo già spiegato molte volte, la cosa peggiore per il mercato non è tanto andare in una direzione piuttosto che un’altra, ma non sapere da che parte andare. Con queste parole di Powell, il mercato, in assenza di altri colpi di scena, sa bene dove andare e soprattutto non sembra interessato ancora ad acquistare obbligazioni di lungo termine.

Concludiamo con la ciliegina sulla torta: l’halving di Bitcoin. Questo è sempre stato un importante catalizzatore mediatico che ha portato molti media tradizionali a parlare di Bitcoin e a fare proiezioni auto-avveranti su quello che potrebbe essere il raggiungimento del suo prezzo in questo ciclo.

Oltre a questo, che indubbiamente porterà all’arrivo di nuovi utenti, c’è il dimezzamento della produzione di Bitcoin, che quindi dimezzerà i profitti dei miner, i quali saranno motivati a loro volta a smettere di vendere gran parte dei BTC che producono, riducendo così buona parte della pressione delle vendite sul mercato.

Considerando anche che durante il pump di ottobre questi miner hanno venduto più di quanto abbiano minato, potrebbero avere abbastanza riserve da sopravvivere qualche mese senza dover “battere cassa”.

Insomma, se uniamo i puntini, la strada sembra andare in una direzione unica, ma attenzione perché potrebbero farci sudare un altro po’ prima di percorrerla o, peggio ancora, potrebbero convincerci di questo per agire come exit liquidity.

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