NFT: cosa sono e cosa c'è da sapere
Finiti sotto i riflettori nel 2021, gli NFT sono degli asset versatili e adatti a svariate applicazioni: dall'arte al gaming, dal metaverso al marketing

NFT: la nuova frontiera della proprietà digitale
Nel 2021, gli NFT sono stati il principale trend dell’universo blockchain.
Il movimento ha attirato un interesse sempre maggiore, divenuto poi vera e propria FOMO (la paura di restare esclusi da qualcosa).
Di pari passo sono cresciuti prezzi e volumi totali scambiati, raggiungendo cifre superiori al limite della pazzia.
La blockchain Ethereum, cuore del mondo NFT, ha visto aumentare sempre più il numero di transazioni per questi asset. Ciò ha portato a un’impennata nel costo delle gas fee, arrivate a costare anche diverse centinaia di dollari.
Nonostante ciò, collezionisti, speculatori e aspiranti tali hanno proseguito a operare, facendo diventare la nicchia degli NFT un settore enorme e ricco di proposte.
Per comprendere la portata di questo fenomeno basti sapere che Collins Dictionary ha eletto come parola dell’anno 2021 proprio NFT. Considerando che stiamo parlando di uno dei dizionari di lingua inglese più autorevoli e diffusi, davvero niente male!
Tuttavia, la scalata delle creazioni tokenizzate è appena all’inizio.
Il 2021 è stato un anno di crescita frenetica ma con evidenti tratti di bolla.
Numerose persone senza alcuna conoscenza in materia si sono affacciate agli NFT solo per “non perdere il treno”. Alcune lo abbandoneranno presto, oppure l’hanno già fatto, accontentandosi di speculare e ottenere un guadagno nel breve termine.
Come per altre realtà del mondo blockchain, il boom vero e proprio deve ancora arrivare.
In un futuro molto vicino, ormai quasi presente, l’interesse verso questo settore diverrà sempre più consapevole e informato.
Una crescita di questo tipo, meno emozionale e più solida, farà girare cifre decisamente superiori a quelle a cui ci siamo abituati.
Attualmente stiamo vedendo affacciarsi al mondo NFT sempre più brand e celebrità, ora consce del reale potenziale che c’è dietro: no, non è una bolla su qualcosa di bislacco, c’è davvero molto di più.
Da Aston Martin a Snoop Dogg, da Nike a DC Comics: ormai stanno arrivando tutti i principali attori dei settori che dettano moda, interessi e lifestyle.
Gli NFT proseguono nel viaggio che li porterà all’adozione di massa. Tra non molto, sarà comune averci a che fare frequentemente acquistandoli, vendendoli o interagendoci.
Diventa quindi fondamentale capire di cosa stiamo parlando, per poi scoprire quelle che sono a oggi le principali applicazioni. Procediamo quindi al prossimo paragrafo!
Indice
Che cosa sono gli NFT
NFT è l’acronimo di Non-Fungible Token, cioè un token non fungibile, contenente un qualche tipo di dato e dotato di un codice identificativo che lo distingue dagli altri.
Esso non può essere scambiato secondo il principio di equivalenza, come è invece possibile per i Fungible Token, cioè le coin come ad esempio UNI o SAND.
Per intenderci meglio: se andassimo a scambiare un Bitcoin con un altro, otterremmo esattamente la stessa cosa. Nel caso dei non-fungible token non è possibile procedere in questo senso: ognuno è unico!
Questa realtà non è semplice da inquadrare: vi sono svariate possibilità in cui qualcosa può diventare un NFT, ad esempio:
- Un disegno, sia esso fatto a mano e digitalizzato o creato con la tavoletta grafica.
- Uno spezzone di un video.
- Una fotografia di un quadro famoso.
- Una GIF animata.
- Un oggetto virtuale che dà diritto a ottenere quello fisico.
- Una corazza indossabile dal personaggio di un videogame.
Le applicazioni sono davvero numerose e ne vedremo alcune in seguito.
Per adesso, pensiamo ai non-fungible token come degli oggetti virtuali, caratterizzati da rarità o unicità, ciascuno dotato di un proprio identificativo.
L’originalità è garantita dal fatto di essere sulla blockchain.
Inoltre, essi sono dotati di metadati che possono contenere elementi più disparati: dalla firma dell’artista a valori come attacco e difesa di un combattente.
Nonostante siano presenti in numerosi ecosistemi, Ethereum è il regno di questi asset.
Restando proprio su questa blockchain, esistono due tipologie di token non fungibili:
- ERC-721: ogni token ha un suo contratto. Si tratta dello standard che rappresenta l’essenza stessa dell’NFT. Un’opera d’arte tokenizzata ne è un esempio.
- ERC-1155: un contratto gestisce più token. Questa tipologia viene impiegata soprattutto nella creazione di svariate collezioni di NFT, come delle carte da gioco collezionabili.
Entrambi sono diffusi e generano volumi d’affari quotidiani da capogiro.
Un po’ di storia degli NFT
Tutto iniziò nel 2014 per mano di Kevin McCoy, creatore di quello che viene riconosciuto come il primo NFT della storia: Quantum.
Quest’opera consiste in una grafica che cambia in modo totalmente autonomo e deciso dal codice stesso.
McCoy dichiarò che il suo obiettivo era quello di sperimentare e unire blockchain e arte.
Quantum fu impiegato all’interno di una presentazione alla conferenza Seven on Seven il 3 maggio 2014.
L’NFT è stato venduto nel 2021 dalla casa d’aste Sotheby alla cifra di 1.4 milioni di dollari (commissioni incluse). Impressionante se consideriamo che era stato concepito come semplice esperimento.
Nel 2017 arrivarono i CryptoPunks, la serie di non-fungible token che continua a far girare cifre vertiginose: basti pensare che durante la stessa asta citata poco fa, il compratore di Quantum vendette un CryptoPunk al modico prezzo di 11.8 milioni di dollari 😯 .
I CryptoPunks sono una serie di 10.000 NFT che ritraggono diversi personaggi, tutti generati tramite un algoritmo.
Ogni CryptoPunk è unico: non vi è nessun altro esemplare con la stessa combinazione di colori e caratteristiche.
Inizialmente venduti a prezzi irrisori, talvolta persino regalati, questi bizzarri personaggi pixelati oggi valgono una fortuna: su OpenSea, il marketplace NFT leader della scena, i CryptoPunks hanno mosso in totale ben 784.000 ETH (quasi 2.5 miliardi di dollari al cambio attuale).
Continuando nel nostro viaggio, impossibile non menzionare Bored Ape: anch’essi creati algoritmicamente, si tratta di NFT che ritraggono delle scimmie con indosso i più disparati oggetti. Il fenomeno ha addirittura portato alla nascita di una propria criptovaluta, ApeCoin.
Non solo creazioni bislacche: il mondo degli NFT ospita anche opere d’arte create da artisti di fama mondiale.
È il caso ad esempio di un’opera di Banksy, il cui originale è stato dato alle fiamme dopo essere stato tokenizzato. Ecco, forse in questo caso si è un po’ esagerato, mi piange il cuore a pensarci…

Arte e NFT: oltre le opere tradizionali
Lasciandoci dietro scimmie, gattini e Banksy bruciati, vediamo meglio come arte e NFT possono legarsi.
Iniziamo pensando a un illustratore, pittore o disegnatore: digitalizzando un’opera e rendendola un NFT si avrebbe modo di venderla tramite i numerosi marketplace disponibili.
Grazie alla tokenizzazione si otterrebbe inoltre la certezza di tutelare l’originalità della realizzazione, vantaggio sia per l’artista che per il compratore.
Inoltre, è possibile creare e sperimentare liberamente, riuscendo quindi a esprimere al meglio la propria arte, senza alcun limite.
Anche fotografi e videomaker possono sfruttare a proprio vantaggio questo mondo.
A questi si aggiungono anche scultori, attori e performer delle più svariate categorie.
Potremmo creare un video che ritrae un funambolo e tokenizzarlo: se community e critica apprezzeranno, ecco che saremo riusciti nell’intento di fondere un gesto tecnico del corpo al mondo dell’arte. È qualcosa di davvero incredibile se ci fermiamo a riflettere.
Sorge però una criticità ancora difficilmente risolvibile: chiunque potrebbe prendere un’opera creata da qualcun altro, creare l’NFT e poi venderlo senza problemi.
Di fatto, il token creato è originale. A essere rubato è il suo contenuto ed è difficile per l’artista dell’opera riuscire a rimediare al torto subito.
L’incontro tra arte e NFT non si limita ai canoni tradizionali. Si sta infatti diffondendo l’utilizzo di questi token anche da parte di aziende, squadre sportive e celebrità.
Un esempio è la serie di fotografie del team di Formula 1 Aston Martin, disponibili sul marketplace di Crypto.com. In questo caso, le illustrazioni ritraenti le vetture diventano opere d’arte e proiettano una scuderia di corse in una dimensione totalmente nuova.
Non ci sono limiti al di fuori di quello dell’immaginazione. È il caso della Settima Arte, il cinema: gli NFT che ritraggono scene di film famosi stanno prendendo sempre più piede, fondendo diversi settori artistici o confondendone i confini.
Certo, non tutto quel che gira è di valore, anzi, la spazzatura è abbondante.
Alle creazioni originali e dotate di una propria aura si affiancano numerose realizzazioni di pseudo-artisti in cerca di soldi facili. Perciò, prima di investire nell’arte digitale, occorre effettuare approfondite ricerche.
Nel complesso, l’arte può beneficiare enormemente dei non-fungible token. Opere reali e digitali non si escludono a vicenda, anzi: possono integrarsi perfettamente e offrire qualcosa di più completo rispetto al passato.

Metaversi e NFT: l'accoppiata perfetta
Nonostante l’arte sia un settore molto fertile, è probabilmente il metaverso a tirar fuori il meglio dagli NFT.
Il metaverso è un mondo virtuale che possiamo esplorare grazie a un avatar, andando a fondere reale e digitale.
Esistono diversi esempi di grande successo come The Sandbox e Decentraland.
Indipendentemente da dove ci troviamo, ognuna di queste realtà ospita terre, vestiti, accessori, personaggi e oggetti tokenizzati, quindi NFT scambiabili. Esatto: come nella vita reale, nei metaversi si possono acquistare pezzi di terra, occhiali, skateboard e tanto altro ancora.
Complice il cambio di nome di Facebook in Meta, la fine del 2021 ha visto un’impennata generale dei prezzi sugli NFT legati ai metaversi, nonché delle coin.
Il trend era però già in corso: ad esempio, un piccolo blocco di terra su The Sandbox è passato da costare alcune decine di dollari a migliaia in pochi mesi.
Seppur attualmente si tratti di una crescita caratterizzata dai tratti di una bolla, i metaversi saranno i protagonisti del futuro. L’interesse di aziende e figure chiave è crescente, così come quello della community composta da persone comuni.
In tutto ciò, gli NFT svolgono un ruolo determinante: senza di essi non potrebbe esserci alcuna compravendita di oggetti, terre e accessori.
Sono già numerosi gli utenti che sgomitano per assicurarsi rarità di cui potranno vantarsi in futuro, oppure semplicemente rivendere per ottenere un buon profitto.
Diverse compagnie realizzano invece NFT brandizzati: mai sentito parlare dei calzini di Uniswap? Sì, esistono e valgono anche parecchio 😀 .
Che dire poi delle terre su The Sandbox, acquistate da giganti come Atari, Adidas e Binance? Strategie di marketing ben pianificate che porteranno una visibilità immensa in tempi non così lontani. Ripetiamo: anche in questo caso, si tratta di NFT.
Parlando di metaverso si sconfina anche nel mondo del gaming. La linea divisoria diviene sempre più labile, se non inesistente: i già citati Decentraland e The Sandbox sono sia metaversi che videogame veri e propri.
Passiamo quindi al prossimo paragrafo e scopriamo qualcosa di più in merito!

Gaming e NFT
In un game-metaverso come The Sandbox possiamo esplorare il mondo, interfacciarci con gli altri avatar e, perché no, combattere delle armate di mostri!
Esistono inoltre altri progetti, alcuni molto attesi come Star Atlas: un gioco sviluppato con il motore grafico Unreal Engine su chain Solana, dotato di una coin con cui acquistare oggetti, armi e persino astronavi. Questi non sono altro che degli NFT, ormai l’abbiamo capito.
Nonostante non sia nota una data di lancio (molto lontana per ora) i prezzi sono già alle stelle: un’astronave di classe “Legendary” può costare quanto una casa nel mondo reale.
Eccessivo? Sì! Tuttavia è il mercato a fare il prezzo: dove c’è alta domanda e scarsa offerta le cifre lievitano!
Star Atlas è un perfetto esempio di fusione tra gaming e metaverso. I giocatori di fatto entreranno in un mondo virtuale fatto di battaglie spaziali, pianeti da scoprire e chiacchierate con gli altri personaggi. Sarà qualcosa di davvero interessante.
Spostandoci ai videogiochi più tradizionali, anche qui gli NFT portano una ventata di aria fresca.
Negli ultimi anni è diventata comune la (fastidiosa) prassi delle microtransazioni che consentono di acquistare livelli, oggetti, armi e personalizzazioni.
Finora semplicemente acquistati, questi contenuti extra potrebbero essere tokenizzati e resi scambiabili tra i giocatori, andando a creare un mercato all’interno del gioco.
Le applicazioni sono infinite: si potrebbe arrivare al punto di aprire un’officina che rende possibile il tuning delle auto da corsa degli utenti, andando a montare potenziamenti tokenizzati e ottenendo quindi dei guadagni.
Dobbiamo preoccuparci? Dipende, l’importante è non eccedere.
Gli appassionati del gaming sanno bene quanto sia diventato tutto molto costoso grazie alle microtransazioni e ai contenuti extra. Gli NFT potrebbero rappresentare una valida alternativa, consentendo al giocatore di rivendere o scambiare ciò che non utilizza più.
Anche il fantacalcio tradizionale ha incontrato gli NFT: è il caso di Sorare.
Questo gioco ha creato partnership con numerose squadre calcistiche, ottenendo le licenze ufficiali.
Gli utenti possono acquistare e scambiare delle figurine ritraenti i calciatori. Ognuno è dotato di metadati che rispecchiano le caratteristiche del soggetto come tiro, velocità e difesa.
Schierando una formazione di cinque calciatori è possibile prendere parte al gioco, basato sulle performance effettuate in campo.
Senza uscire dal mondo delle carte collezionabili, si possono creare giochi come il celebre Magic in cui all’elemento cartaceo si sostituisce (o ancor meglio si affianca) un NFT.
Diventerebbe possibile partecipare a competizioni con giocatori provenienti da ogni parte del mondo senza muoversi da casa, evitando qualsiasi problema derivante dal possesso di carte false o non originali. Per mettere la ciliegina sulla torta, questi eventi potrebbero essere ospitati in un metaverso con tanto di pubblico pagante.
Che dire, le applicazioni sono numerose e siamo solo all’inizio!
NFT: fusione di virtuale e reale?
Gli NFT sono degli asset digitali ma ciò non esclude la convivenza con il mondo fisico.
Un token non fungibile potrebbe ad esempio sostituire egregiamente un biglietto per un evento come un concerto o una partita di basket.
Un’azienda sarebbe inoltre in grado di vendere un prodotto e abbinare a esso un contenuto digitale.
In aggiunta, si potrebbero creare degli NFT che danno diritto a ottenere qualcosa di fisico. Sarebbe una validissima applicazione nel campo del merchandising, così come nell’acquisto di oggetti in asta. Essendo elementi unici, solo il possessore di quel determinato token non fungibile avrebbe diritto alla controparte fisica.
Il punto di forza degli NFT sta proprio in questa versatilità: non c’è davvero alcun limite.
Con un mix di curiosità, eccitazione e preoccupazione, reale e virtuale si fondono sempre più.
Quale asset può legare questi due mondi?
La risposta sta in tre lettere: NFT.
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Ci salutiamo con un video di approfondimento sul tema…alla prossima!