Aster e la sfida a Hyperliquid: da qui passa il futuro della DeFi

Di Davide Grammatica

Il nuovo dex Aster sfida Hyperliquid sul terreno di chi sta già riscrivendo le regole del gioco della DeFi. Cosa ci dobbiamo aspettare da questo scontro?

Aster e la sfida a Hyperliquid: da qui passa il futuro della DeFi

La sfida tra Hyperliquid e Aster

Il mondo della finanza decentralizzata non smette mai di reinventarsi. Dopo anni dominati da AMM quali Uniswap o Curve, il settore si trova oggi davanti a una sfida più complessa, ovvero offrire agli utenti un’esperienza di trading che possa essere competitiva con quella dei CEX, e senza sacrificare i vantaggi della trasparenza on-chain.

A questo proposito ha risposto per primo Hyperliquid, puntando tutto sulla performance, e ricreando un order book totalmente on-chain capace di reggere volumi e velocità tipici degli exchange centralizzati. Da qualche settimana, però, è arrivato il competitor Aster, che ha scommesso sulla frammentazione della liquidità in un panorama multi-chain.

Aster ha però fatto parlare per l’improvvisa popolarità sul mercato perp, il tutto nel pieno della stagione per la sua distribuzione del token tramite Airdrop, con un 4% della supply distribuita nelle prossime settimane a coloro che utilizzano il protocollo. Il risultato? Nuovi record assoluti, un nuovo leader del mercato e valori numerici senza paragoni.

In termini di volumi infatti, c’è anche stato uno shift importante. La market share di Hyperliquid è scesa improvvisamente al 38% in settimana, e di contro Aster Dex ha dominato i volumi con una market share del 35%.

L’obiettivo finale però è lo stesso: far maturare la DeFi con un infrastruttura finanziaria che possa essere a livello della domanda istituzionale.

Hyperliquid: un dex che va come un cex

Lanciato nel 2023, Hyperliquid è stata una delle scommesse più audaci del settore. Non un semplice dex, ma una blockchain layer-1 su misura per supportare un order book completamente on-chain.

L’idea era compensare le mancanze dei dex tradizionali, non in grado di offrire performance paragonabili dati spread troppo larghi, slippage e grande latenza.

Hyperliquid ha avvicinato invece professionisti e market maker istituzionali, colmando il gap con una soluzione radicale, ovvero replicare l’esperienza di un exchange classico ma senza rinunciare alla decentralizzazione.

Il risultato è un protocollo che ha rapidamente scalato le classifiche in termini di volume, diventando in pochi mesi uno dei dex più utilizzati dai trader.

Ciò che differenzia Hyperliquid è anche la scelta di non affidarsi a infrastrutture esistenti come Ethereum o Solana, ma di costruire una blockchain dedicata. Il “motore” del protocollo è HyperBFT, che permette di scrivere ogni ordine, modifica e cancellazione direttamente on-chain, eliminando così i modelli “ibridi” tipici di altri DEX, che spesso mantengono l’order book off-chain per motivi di performance.

Questa architettura, da un lato garantisce massima trasparenza, dall’altro richiede un enorme lavoro “ingegneristico” per reggere la pressione di migliaia di ordini al secondo. Un compromesso che, almeno per ora, sembra funzionare: la profondità e la qualità degli spread su Hyperliquid iniziano a rivaleggiare con CEX di fascia media, segno che i market maker istituzionali stanno partecipando alla crescita della piattaforma.

Aster: la community spinge per primeggiare tra i perp dex

Aster ha provato a combattere contro Hyperliquid sul terreno in cui la competizione si fa ogni giorno più forte, ovvero quello del mercato dei perpetual decentralizzati. E lo ha fatto puntando sull’interoperabilità.

Il 2025 segna così un punto di svolta per i decentralized perpetual exchange (Perp DEX), con due protagonisti che stanno catalizzando l’attenzione degli investitori.

Il protocollo Hyperliquid ha gestito volumi giornalieri per oltre i 30 miliardi di dollari, e ha raggiunto un TVL da $5 miliardi. Le fee hanno alimentato collateralmente il valore del token HYPE, sostenendo un ecosistema che ha toccato circa il 73% del mercato Perp DEX.

Aster adotta un approccio diverso, privilegiando l’interoperabilità multi-chain. Opera su BNB Chain, Ethereum, Solana e Arbitrum, e anche per questo ha attirato $1 miliardo appena dopo il TGE. Questo, senza contare fee competitive e funzioni come ordini nascosti e leva fino a 1001x. Inoltre, l’80% dell’offerta del token è destinato a utenti e liquidity provider, per un modello orientato alla community e che sta contribuendo non poco ai volumi generati dal dex, “drogati” dagli utenti che mirano a partecipare all’airdrop.

Per gli investitori, la sfida è chiara: Hyperliquid appare una scelta più difensiva, forte di un’infrastruttura scalabile e di un posizionamento già dominante. Aster, invece, rappresenta un’opzione più speculativa, con un potenziale di crescita asimmetrica se riuscirà a catturare quote di mercato nel settore cross-chain.

 

La trading experience

La differenza tra i protocolli emerge con chiarezza anche nella user experience. Hyperliquid offre un’interfaccia familiare ai trader centralizzati, con order book in tempo reale, depth chart, funding rate e orario. Le esecuzioni sono rapidissime, con latenze sotto i 250 millisecondi. Aster, al contrario, punta sulla semplicità, con l’utente che inserisce la trade e l’algoritmo che fa il resto.

In un certo senso, questo diverso approccio è rispecchiato anche dalla stessa tokenomics. HYPE, di fatto, funge da gas token della chain e da asset di staking, con una distribuzione iniziale che ha dato forti incentivi a trader e liquidity provider. ASTR, ad ora, è token di governance che non subisce troppi incentivi “artificiali”.

I rischi dei protocolli più all’avanguradia

Come sappiamo (e abbiamo imparato nel corso degli anni), ogni protocollo sulla cresta dell’onda porta con sé diversi rischi. E possiamo già individuarne qualcuno per quelli che stiamo analizzando. Hyperliquid, tanto per cominciare, ha dovuto sacrificare la decentralizzazione sull’altare della performance, e deve fare i conti con un validator set ancora limitato (che aumenta i rischi legati alla sicurezza).

Il futuro della DeFi

Ad ogni modo, sembra ormai chiaro che il futuro della DeFi passerà da Hyperliquid e Aster. Il primo si è già posizionato tra i top 5 DEX per volumi di perpetual, rivaleggiando con dYdX e GMX. Aster compete più direttamente con 1inch e Matcha, ma con un vantaggio competitivo sul fronte cross-chain.

Si paragonano i due protocolli rispetto ai volumi generati in queste settimane, ma bisogna ricordarsi che questi rappresentano due poli opposti di un’evoluzione “comune”. Il primo attira professionisti che hanno sempre guardato alla DeFi con scetticismo, il secondo vuole essere la risposta alla complessità cross-chain, per rendere il settore più accessibile ed efficiente, soprattutto per operazioni di grande scala.

Il futuro, quindi, potrebbe non vedere un vincitore assoluto. È anzi probabile che i due approcci finiscano per coesistere e completarsi: Hyperliquid come infrastruttura ad alte prestazioni per il trading, e Aster come collante che unisce ecosistemi frammentati.


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