Bernstein conferma: “Bitcoin a $150k post-halving”
Di Davide Grammatica
Gli analisti di Bernstein rimangono convinti della traiettoria rialzista di Bitcoin, che ha nel mirino i 150mila dollari post-halving
Le previsioni post-halving
Nonostante una forte correzione di Bitcoin nel weekend e un atteggiamento molto più cauto degli investitori negli ultimi giorni, gli analisti di Bernstein rimangono convinti di vedere BTC a nuovi ATH nel post-halving, più precisamente a 150mila dollari entro il 2025.
“Ci aspettiamo che la traiettoria rialzista di Bitcoin riprenda dopo l’halving, con nuovi afflussi di ETF adeguati all’hash”, hanno scritto, in un report riportato da The Block, gli analisti Gautam Chhugani e Mahika Sapra. “L’integrazione degli ETF spot BTC nei fondi di investimento continueranno a fornire una domanda strutturale e la prima criptovaluta potrà toccare un nuovo ATH a 150.000 dollari entro il 2025”.
Della stessa idea è anche Eric Balchunas, analista esperto del settore ETF si Bloomberg, il quale rimane convinto che potenziale degli ETF potrà esplodere una volta che questi saranno inseriti su importanti piattaforme wirehouse.
Storicamente, l’halving è associato a un rialzo di BTC, pur non essendo una relazione causa-effetto diretta. Necessaria, in questo senso, sarà sempre una nuova domanda, che però potrebbe derivare in modo massiccio dalla liquidità istituzionale. Meno influente, invece, sarà la pressione di vendita generata dai miner.
Il potenziale degli ETF
Nel ciclo precedente, la domanda era stata creata da eventi catalizzatori quali la nuova liquidità generata dalle politiche monetarie post-pandemia a gli acquisti massicci si BTC da parte di Tesla, Square e MicroStrategy. In questo giro, invece, a guidare la domanda sono gli ETF, sempre più in espansione anche fuori dagli Usa.
Il movimento dell’asset ha segnato un forte rialzo nei mesi precedenti al “dimezzamento”, e molti miner si ritrovano in questo momento ai massimi storici in termini di entrate in dollari, con un bilancio solido prima del taglio alle ricompense.
Nonostante ciò, verosimilmente le società di mining che emergeranno oscurando le attività meno redditizie saranno sostanzialmente quattro: CleanSpark, Marathon, Riot Platforms e Cipher Mining.
Sempre secondo Bernstein, una riduzione drastica dell’hashrate è giudicata improbabile, e questo proprio grazie a una domanda “strutturale” degli ETF, ancora lontana dall’essere soddisfatta. Si stimano infatti inflow per 80 miliardi di dollari nel periodo 2024-25 contro i $12 mld raccolti fino ad ora.
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