Bilancia commerciale, import ed export

Di Gabriele Brambilla

La bilancia commerciale mostra l'andamento delle importazioni ed esportazioni di un Paese, con importanti conseguenze sull'intera economia

Bilancia commerciale, import ed export

Introduzione alla bilancia commerciale

Nella giungla di concetti fondamentali dell’economia, la bilancia commerciale occupa una delle posizioni privilegiate. Grazie a essa, possiamo avere una visione immediata dello stato di salute di un Paese nel commercio internazionale e quindi dell’economia in generale.

Oggi usciamo dal territorio crypto, lasciando tranquille bitcoin e compagne. Capiamo che cos’è la bilancia commerciale, come si calcola e quali sono gli scenari in caso di deficit o surplus.

Come sempre, ricordiamo che per imparare tutte le basi della macroeconomia abbiamo preparato un corso gratuito sulla nostra piattaforma di formazione The Crypto Gateway Learn.

Cosa si intende per bilancia commerciale?

La bilancia commerciale è la differenza tra le esportazioni e le importazioni di un Paese in un dato periodo. Viene anche chiamata esportazioni nette, solitamente rappresentate dai libri di testo con la sigla NX.

Il dato mostra come un Paese si è comportato sul campo internazionale in un dato periodo. Se le importazioni superano le esportazioni, la situazione è da deficit commerciale e sulla carta negativa. Al contrario, un surplus commerciale può indicare robustezza e buona crescita economica.

Importante tenere presente che questo dato è in ritardo e illustra quanto è già accaduto in un preciso lasso temporale. Inoltre, può essere condizionato da una moltitudine di fattori quali i tassi di cambio tra le valute, le tasse, le politiche commerciali tra gli Stati, eventuali guerre o sanzioni, costi di trasporto, materie prime e tanto altro ancora.

Come si calcola il saldo della bilancia commerciale?

Il calcolo, come abbiamo detto, è molto semplice. Basta prendere il dato sulle esportazioni del Paese e sottrarre quello delle importazioni.

NX = X – M (dove X= esportazioni e M= importazioni)

Alcuni Stati tengono conto sia dei beni che dei servizi, mentre altri escludono gli ultimi (calcolandoli a parte) e considerano solo le merci. Perciò, in base al Paese che vogliamo prendere in considerazione, informiamoci su quali voci rientrino tra i dati che andremo ad analizzare.

Il calcolo appena visto è quello totale, che coinvolge tutte le esportazioni e importazioni. È però possibile valutare anche solo il rapporto tra due Paesi, così da esaminare la loro posizione uno rispetto l’altro. Per esempio, la bilancia commerciale Italia Germania richiederebbe di valutare le importazioni ed esportazioni esclusivamente tra questi due Stati.

In aggiunta, è possibile andare ancora più a fondo e valutare specifici settori merceologici. Potremo quindi analizzare i dati sulle importazioni/esportazioni del grano, degli alcolici, dei tessuti e persino di saponi e prodotti per l’igiene. Non c’è limite: basta avere a disposizione i numeri.

"Formula per il calcolo della bilancia commerciale: NX = X - M"

Bilancia negativa e positiva

Entriamo nel vivo della questione e capiamo perché questo dato è così importante per l’economia di un Paese. Avremo modo di mettere in mostra il filo conduttore che collega i vari dati e indicatori macroeconomici.

Le esportazioni sono beni e servizi prodotti in un dato Stato. Si tratta di prodotti che escono dai confini nazionali per finire all’estero. Le importazioni sono l’esatto contrario.

Ogni Paese ha i suoi punti di forza che vengono richiesti all’estero. L’Italia ha molto da offrire, dal cibo alla produzione industriale, dalle calzature alle motociclette. Però, ci sono anche tanti beni e servizi di cui non disponiamo, o di cui la produzione nostrana non riesce a soddisfare la domanda; di conseguenza, dobbiamo obbligatoriamente importarli.

Se uno Stato esporta più di quanto importa, il saldo commerciale è positivo. Riprendendo la formula, avremo NX > 0 . Se invece un Paese importa più di quanto esporta, la bilancia commerciale sarà in territorio negativo, con NX < 0.

Come abbiamo visto nell’articolo sul Prodotto Interno Lordo, NX è parte della formula di calcolo del PIL. Di conseguenza, una trade balance positiva contribuirà a far crescere il PIL, mentre una negativa andrà a farlo diminuire.

Ma quindi, cosa accade se la bilancia commerciale di un Paese è in passivo? E quando la bilancia commerciale è positiva? In verità, nulla di preoccupante.

Chiaramente, dai governi alle banche centrali, tutti tengono attentamente monitorato questo parametro e desiderano che abbia il segno “+” davanti, o comunque che il passivo non sia estremo. Dopotutto, il bilancio commerciale è considerato uno dei valori che indicano benessere economico e, perché no, potenza.

Tuttavia, non bisogna esagerare e assegnare troppa importanza alla bilancia commerciale. O almeno, non andrebbe letta da sola, ma analizzata tenendo conto di altri parametri economici, le condizioni del Paese, l’andamento nel tempo e via dicendo. Giusto per capirci, potremmo avere uno Stato con la bilancia in positivo ma stagnante, così come uno dalla bilancia negativa, ma economicamente in ottima forma. In questo caso, la seconda opzione sarebbe certamente la migliore.

"La bilancia commerciale è un dato fondamentale che però non andrebbe letto da solo"

Bilancia commerciale Italia

Come se la passa l’Italia? Nel complesso piuttosto bene.

Negli ultimi quindici anni, l’Italia è riuscita per la maggior parte delle volte a ottenere una bilancia commerciale positiva. Nel 2023, il Paese è diventato il quinto maggior esportatore al mondo, un trend in continua crescita da diversi anni a oggi.

I principali importatori del Made in Italy sono, in serie, Germania, Stati Uniti e Francia. I prodotti più richiesti spaziano dalla pelletteria ai materiali da costruzione in terracotta, passando per pietre tagliate, modellate e finite e persino navi e imbarcazioni.

Nel grafico qui sotto, disponibile su Wikipedia ed elaborato sulla base di diverse fonti, puoi confrontare i numeri italiani fino al 2023.

Bilancia commerciale Italia

Geopolitica e commercio internazionale

I tempi sono cambiati. Seppur sia sotto ai nostri occhi che le guerre vere e proprie si combattono ancora, esistono altri conflitti che non prevedono l’utilizzo di armi. Queste pratiche erano già ben note in antichità (e funzionavano), ma la globalizzazione le ha rese ancor più efficaci.

Stiamo parlando delle guerre commerciali, delle sanzioni e di tutte le altre pratiche assimilabili a un obiettivo ben chiaro: mettere in difficoltà l’avversario sul fronte economico.

Pensiamo allo scontro USA-Cina, che spinse l’amministrazione Trump a fissare un dazio del 25% su una gamma di prodotti cinesi, a cui nel tempo se ne sono sommati altri. Ebbene, date le caratteristiche degli States (economia fondata sui consumi e quindi sulla domanda), ostacolare l’import dal più grande produttore del mondo (la Cina) suona quantomeno strano. Eppure, le considerazioni geopolitiche hanno preso il sopravvento e imposto delle regole commerciali contrastanti con le basi del pensiero economico del Paese.

Vi sono anche altre situazioni, come le sanzioni. La Russia ne è l’esempio, giungendo a un’escalation di ritorsioni commerciali tra i Paesi coinvolti.

La bilancia commerciale è chiaramente molto sensibile a questi scenari e può mostrare variazioni piuttosto significative in funzione delle politiche adottate.

Hanno poi peso anche eventi al di fuori del nostro controllo, come mostrato dalla pandemia. Il COVID fu in grado di portare la bilancia commerciale cinese, da sempre positiva, in territorio negativo nel febbraio 2020. Un solo mese, certo, ma comunque significativo (vedi qui sotto il grafico di Trading Economics).

Insomma, la bilancia va ben oltre un semplice calcolo e ospita un vasto e complesso mondo.

Ora dovresti sapere tutto ciò che è importante riguardo la bilancia commerciale. Continua a seguirci per altri articoli di approfondimento dal mondo della macroeconomia.

Geopolitica e commercio internazionale

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