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“Bitcoin BANK”: la sfida FINALE di MicroStrategy
Di Davide Grammatica
Michael Saylor ha svelato in un’intervista l’obiettivo finale della sua società MicroStrategy: diventare la prima banca “a misura di Bitcoin”
L’obiettivo di MicroStrategy
MicroStrategy, come sappiamo, è oggi il più grande holder “aziendale” di Bitcoin. Dopo l’ultima tranche del mese scorso, ovvero l’acquisto di 7.420 BTC, la società è arrivata a detenere 252.220 BTC. In altre parole, $15 miliardi in BTC, con un prezzo di carico totale di $9,9 miliardi.
La cifra equivale all’1,2% della fornitura totale di Bitcoin (21 milioni di BTC), e rende MicroStrategy un attore di primissimo piano (per non dire dominante) nel mondo crypto.
Dietro questo continuo accumulo di BTC, iniziato con costanza nel 2020, si cela un obiettivo ambizioso. E a darne le misure è il fondatore e presidente Michael Saylor.
In un recente colloquio con la società di ricerca e consulenza finanziaria Bernstein, Saylor ha affermato che il futuro di MicroStrategy è quello di diventare una vera e propria banca, costruita “a misura di Bitcoin”. La prima criptovaluta non è intesa semplicemente come asset “più performante del 21° secolo”, ma come strumento di copertura dall’inflazione e di archiviazione del valore fondamentale per gli investitori nei prossimi anni.
“Bitcoin è il bene più prezioso al mondo” ha dichiarato Saylor, come riportato da The Block. “E il nostro scopo è diventare la principale ‘Bitcoin bank’ al mondo, o in altre parole la più grande società finanziaria basata su BTC”.
La strategia di Saylor
La scommessa è che a lungo termine Bitcoin diventi l’asset deflazionistico più importante, con una quota di capitale finanziario che potrebbe arrivare al 7%. Facendo due conti, quindi, Saylor prevede che BTC possa arrivare a valere $13 milioni entro il 2045.
La strategia di sviluppo prevede di raccogliere fondi tramite debito, azioni e altri strumenti finanziari, per poi “arbitrare” nei mercati col presupposto che BTC crescerà di circa il 29% all’anno.
La “banca” concepita da Saylor, quindi, non si baserà su un modello tradizionale. Continuerà a prendere in prestito miliardi di dollari per reinvestirli su BTC, senza però mai erogare prestiti a sua volta.
“Pensiamo sia un’idea migliore prendere in prestito 10 miliardi di dollari e dare loro un rendimento da 100 punti base in più rispetto alla concorrenza, e poi ‘prestare a bitcoin’ per un interesse dal 30% al 50% all’anno senza alcun rischio di controparte”, ha spiegato. “Una volta superata la volatilità e imparato a gestirla, lo scenario ribassista che preventiviamo è che il BTC aumenti solo del 22% all’anno”.
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