Bitcoin: con l’ETF aumenta l’esposizione dei gestori a BTC
Di Davide Grammatica
Essere esposti a BTC, una volta approvato l’ETF, potrebbe cambiare totalmente l’esposizione dei portafogli dei gestori patrimoniali
Bitcoin e la nuova veste istituzionale
Ormai sono in molti a pensarlo: l’esposizione a BTC potrebbe potrebbe passare, in seguito al lancio degli ETF, da una valutazione del rischio molto ridotta rispetto a quella di adesso.
Secondo un report pubblicato da K33 Research, per esempio, l’ETF spot Bitcoin contribuirebbe a ridurre sensibilmente il rischio derivato dall’asset. “Ci aspettiamo che la nuova diversificazione adeguata al rischio diventi una strategia chiave per vari fornitori di ETF”, hanno affermato l’analista Vetle Lunde e il vicepresidente di K33 Anders Helseth.
Già dal 2020 (come minimo) BTC rappresenta uno strumento importante per la diversificazione del portafoglio. E un’esposizione dell’1% è sempre stata ritenuta adeguata per un investimento 60/40, ovvero con un’allocazione del 60% in azioni e del 40% in obbligazioni.
Quest’anno, però, l’esposizione ai bitcoin ha migliorato i rendimenti in rapporto al rischio, grazie all’attenuazione delle correlazioni agli altri indici e a un solido rialzo nel 2023.
Cambio di approccio a BTC?
Il nuovo scenario creato dalla narrativa ai nuovi ETF, inoltre, potrebbe dare una spinta ulteriore a questi dati. O almeno, è quello che si aspettano i trader ECM, visto che continuano a mantenere una posizione al rialzo ancora più di quanto non faccia la community crypto. Per i primi, soprattutto, sembra non abbiano avuto effetto nemmeno le recenti vicende non proprio bullish, in primis le dimissioni di CZ da Binance.
Al contrario, i premi dei futures stanno a doppia cifra, l’open interest è ai massimi storici, e il mercato non svincola da un sentimento rialzista.
E con la crescente probabilità di un’approvazione entro i primi di gennaio, stimolata dalle conversazioni tra richiedenti e SEC, sembra inverosimile vedere BTC perdere terreno rispetto al prezzo attuale.
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