Bitcoin e oro, “quasi amici”: la sfida per il vero bene rifugio
Di Davide Grammatica
Bitcoin riaccende la sfida per il vero "bene rifugio": BTC resiste alle turbolenze macro, e punta a superare l'oro

La sfida di Bitcoin all'oro
Gli ultimi mesi sono stati l’ideale per l’oro, che settimana dopo settimana ha registrato un ATH dopo l’altro per tutto il 2025. Sembrava il contrario per Bitcoin, che tuttavia nell’ultimo periodo sembra volersi prendere una grossa rivincita.
Caos geopolitico e tensioni economiche globali avevano messo più di un dubbio rispetto alla funzione di Bitcoin in quanto “bene rifugio”, ma qualcosa sembra essere cambiato. Soprattutto il 23 aprile, quando per la prima volta dall’inizio dell’anno si è registrato un pump di BTC in parallelo a un oro che ha perso terreno.
Ha sorpreso inoltre la “calma” di BTC durante le turbolenze macro: i dazi, le tensioni politiche e l’incertezza globale non hanno scosso la criptovaluta come ci si sarebbe aspettato.
È l’inizio di una nuova fase? Forse sì. Con i tagli ai tassi di interesse all’orizzonte la situazione per BTC potrebbe ancora migliorare. Ma per i più ottimisti potrebbe andare bene anche con una continuazione della politica restrittiva da parte della Fed.
Del resto, pur essendo più volatile, BTC ha vantaggi che lo rendono perfetto per l’investitore moderno. È decentralizzato, ha un’offerta limitata, ed è sempre più integrato nelle strategie istituzionali.
L’oro resta la scelta “classica”, ma BTC sta diventando sempre più un rivale credibile. E non è detto che i due asset debbano escludersi a vicenda: molti portafogli potrebbero contenerli entrambi, con funzioni diverse. Proviamo a vedere insieme quali potrebbero essere queste nuove prospettive!
Il tempo dei beni rifugio
Il 22 aprile, l’oro ha superato quota 3.500 dollari l’oncia (quasi €100 al grammo), l’ennesimo ATH del 2025. E secondo JPMorgan, già quest’anno il “metallo giallo” potrebbe spingersi fino a $4.000.
La domanda è in piena esplosione, spinta da un clima di incertezza che mette in crisi la fiducia nel dollaro. Non a caso, a guidare la carica è a Cina, che ha superato le 2.292 tonnellate di riserve auree, pari al 6,5% delle sue valute, per difendersi da una politica commerciale Usa che ha nel mirino proprio i cinesi.
E la risposta non si è fatta attendere, per una serie di fattori che oggi sembrano compromettere la stabilità del dollaro in un vero e proprio processo di de-dollarizzazione, alla base della strategia commerciale (di risposta) cinese.
Bitcoin, in principio passivo delle preoccupazioni degli investitori, non è rimasto a guardare. Stabile anch’esso sopra i $93k dal 23 aprile, registra una crescita dell’11% in una settimana, alimentato dal rinnovato interesse degli istituzionali. IBIT di BlackRock ha già superato i 39,7 miliardi di dollari in asset, e realtà come Fidelity, ARK e VanEck segnalano anch’essi un’adozione istituzionale che ha cambiato marcia.
La crisi delle valute
In molti stanno discutendo del reale impatto dell’ordine esecutivo di Donald Trump per creare una “Bitcoin Strategic Reserve” presso il Tesoro USA. Sul reale sostegno di questa iniziativa sul prezzo di BTC in molti stanno dibattendo, ma ciò che è certo è che rispecchia una narrativa in piena rivalutazione, ovvero quella di BTC inteso come strumento di difesa dall’inflazione.
Anche perché, di fatto, oggi risulta difficile trovare altri asset oltre all’oro e BTC che riescono a difendere il potere d’acquisto degli individui contro l’inflazione. O in altre parole, preservano il valore reale delle “cose” in un momento in cui tutto il resto si svaluta.
Nel mondo occidentale, inoltre, la situazione sembra andare pure meglio rispetto al resto del mondo, dove l’inflazione arriva a registrare percentuali a tripla cifra. È il caso del Libano o del Sud America, e proprio in questi territori i cittadini sono i primi a cercare esposizione in Bitcoin.
BTC vs Gold
Molti investitori, in questo momento, si trovano improvvisamente indecisi su quanta esposizione ottenere sugli asset in questione. Da sempre, a frenare BTC è la volatilità, ma è curioso notare come, negli ultimi 30 giorni, quella della prima criptovaluta dia al 46%, la più bassa degli ultimi due anni secondo CoinMetrics. Al contrario, il Gold Volatility Index è in risalita, sfiorando i livelli della pandemia.
In più, sul lungo periodo i numeri parlano chiaro: dal 2011 Bitcoin ha surclassato l’oro in termini di potere d’acquisto.
Ovviamente, Bitcoin conserva un profilo di crescita più rischioso, mentre l’oro rimane l’asset difensivo per eccellenza.
La correlazione tra BTC e oro rimane ancora debole, soprattutto nei momenti critici.
Quando Bitcoin crolla o vola, l’oro resta per lo più impassibile. Per questo, diversificare sembra essere la chiave.
Il futuro è duale dei portafogli
Sempre più istituzionali optano per una doppia esposizione a BTC e oro. ARK Invest per esempio, ha portato BTC al 12% del portafoglio, mantenendo l’oro come hedge. SkyBridge Capital, invece, ha un 85% su oro e bond, mentre un 15% su Bitcoin e tech stocks.
In un mondo che cambia alla velocità della luce, insomma, l’approccio vincente non sembra essere schierarsi, ma bilanciare. Chi vuole sopravvivere nel XXI secolo – e prosperare – farebbe bene ad avere entrambi nel proprio arsenale.
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