Bitcoin “meglio” di Tesla: BTC nella top7 di Standard Chartered
Di Davide Grammatica
Un esperimento di Standard Chartered ha mostrato come l’indice di dei principali titoli tecnologici realizzerebbe rendimenti più elevati sostituendo Tesla con Bitcoin

Bitcoin tra le bigtech secondo Standard Chartered
In un recente “esperimento”, il colosso bancario Standard Chartered ha provato a confrontare il rendimento dei principali titoli tecnologici con quello di Bitcoin, che soprattutto per questo inizio di 2025 ha svelato una stretta correlazione al Nasdaq.
Ne è uscito un dato interessante, ovvero un migliore rendimento e una minore volatilità dell’indice “Mag 7B” rispetto al “Magnificent 7”. Il secondo è un indice che comprende azioni Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Alphabet, Meta e Tesla, mentre il primo sostituisce la società di Musk con Bitcoin.
Stupisce non tanto il migliore rendimento di Bitcoin di per sé, quanto la fattibilità di inserire la prima criptovaluta in un paniere di grandi azioni tecnologiche, anche partendo dal presupposto di cui sopra, ovvero la stretta correlazione di BTC al Nasdaq. E se ciò venisse attuato, allora l’acquisto istituzionale di BTC godrebbe di un ulteriore slancio.
BTC meglio di Tesla
“Abbiamo scoperto che ‘Mag 7B’ ha sia rendimenti più elevati, sia una volatilità inferiore rispetto a Mag 7”, ha dichiarato Geoffrey Kendrick, global head of digital assets presso Standard Chartered Bank, nel report rilanciato da The Block. “Gli investitori possono vedere BTC come una copertura contro la TradFi, ma anche come parte della loro allocazione tecnologica”.
Da dicembre 2017, Mag 7B avrebbe superato l’indice Mag 7 di circa il 5%. E con una volatilità inferiore in ogni singolo anno dell’analisi di circa il 2% in media. L’indice avrebbe beneficiato dell’inclusione di BTC al posto di Tesla, e soprattutto nel 2024, con l’apporto degli ETF in termini di operabilità istituzionale.
Sempre secondo Kendrick, inoltre, “a un Nasdaq più in alto equivarrà a un Bitcoin più in alto”, e ci sono possibilità che i prossimi mesi favoriscano l’uscita dei titoli tecnologici da loro peggior trimestre da metà 2022, magari partendo dall’annuncio di un piano tariffario Usa “più mite”.
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