Bitcoin: per JPMorgan, la ripresa è a guida istituzionale
Di Davide Grammatica
Dopo il dump di inizio settimana, la ripresa di Bitcoin è supportata principalmente dagli investitori istituzionali: l’analisi di JPMorgan
JPM e la risposta di Bitcoin
Dopo il più grande dump di Bitcoin dai tempi del crollo di FTX, la prima criptovaluta ha subito mostrato concreti segni di ripresa, riacciuffando i $58k e mettendosi sulla strada per la riconquista del supporto psicologico dei $60mila.
Secondo gli analisti di JPMorgan e il managing director Nikolaos Panigirtzoglou, questa reazione sarebbe dovuta all’atteggiamento degli investitori istituzionali, che soprattutto nel mercato future hanno adottato strategie di de-risking limitate (se non nulle) nonostante un momento particolarmente complicato vissuto dai mercati.
Come si legge nel report rilanciato da The Block, “l’interesse aperto cumulativo nei contratti future BTC” segnalerebbe una “prospettiva rialzista” tra questi investitori, che suggerisce a sua volta la crescita della fiducia tra questi ultimi.
Le buone notizie, infatti, nonostante la turbolenza dei mercati, non si sono fatte mancare. Tra tutte, Morgan Stanley ha concesso ai propri consulenti di offrire gli ETF ai rispettivi clienti, mentre la pressione di vendita soffre sempre meno gli effetti delle liquidazioni di Mt Gox. Il sostegno politico, con li svolgersi della campagna elettorale Usa, si fa sempre più concreto da entrambe le parti in gara, e così i fattori ribassisti sembrano pienamente controbilanciati.
Bitcoin: serve ancora cautela
Recuperare i $56k dopo essere scesi addirittura sotto i $50k non era per nulla scontato, e il fatto che non si sia mai comunque scesi sotto i $45mila (costo di produzione stimato da JPM per BTC da parte dei miner) non ha compromesso il futuro a breve termine dell’industria e non ha creato ulteriore pressione.
I problemi, semmai, sembrano riguardare di più gli asset tradizionali e il mercato azionario. E anche per questo Bitcoin sembra avere le potenzialità per riprendersi appieno sulla spinta delle istituzioni.
A pesare anche sulla correzione del mercato ETF sembrano essere stati, paradossalmente, proprio i retail, facendo registrare il più grande deflusso mensile (per ora) dall’inizio delle negoziazioni.
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