Bitcoin vs oro: ottobre svela un cambio di paradigma
Di Davide Grammatica
La rivalità tra Bitcoin e oro è storica, ma sempre in evoluzione. E nelle ultime settimane ne abbiamo avuto la prova
Il futuro del “valore”. Le nuove forme della sfida BTC-ORO
Nel panorama finanziario contemporaneo, poche rivalità hanno assunto un carattere tanto simbolico quanto quella tra Bitcoin e oro. Da una parte c’è il metallo prezioso che da millenni rappresenta una riserva di valore affidabile, mentre dall’altra c’è l’asset crypto diventato bandiera di una nuova finanza decentralizzata.
In apparenza distanti, i due strumenti si sono ritrovati quasi fin da subito comparati sul terreno dei “beni rifugio”, ma gli ultimi mesi hanno mostrato che questa analogia, tanto seducente quanto semplificata, è oggi particolarmente sotto pressione.
Ottobre 2025, infatti, è stato un mese rivelatore da questo punto di vista. Mentre l’oro registrava una delle sue migliori performance su base mensile, con un +10% in meno di quattro settimane, Bitcoin perdeva terreno, chiudendo in negativo di circa il 6%. Ma anche l’oro ha svelato di non essere alieno alla volatilità, con correzioni giornaliere mai viste.
E c’è un dato sorprendente: quello per cui la correlazione tra i due asset è scesa quasi a zero, attestandosi intorno a 0,1. Questo valore segnala un disallineamento quasi totale tra le due curve di prezzo, smentendo l’idea (coltivata da molti sostenitori crypto) che Bitcoin rappresenti l’“oro digitale”.
La nuova fase del dibattito
Questo divario statistico ha riacceso il dibattito sulla vera natura di Bitcoin e sulla sua capacità di svolgere una funzione di protezione contro le crisi economiche e l’inflazione, ruolo storicamente riservato all’oro. Mentre il metallo giallo è sembrato continuare a rispondere positivamente a scenari di instabilità globale, incertezza geopolitica e timori su tassi e inflazione, Bitcoin è apparso invece soggetto a logiche di mercato più complesse, spesso più vicine a quelle di un asset tecnologico che a quelle di una materia prima.

Ma le differenze non sono solo nei movimenti di prezzo. Il valore dell’oro deriva anche da una combinazione di scarsità naturale, utilizzo industriale e accettazione culturale sedimentata nei secoli. Al contrario, Bitcoin esiste solo nel mondo digitale: la sua scarsità è programmata nel codice, la sua sicurezza garantita da una rete distribuita di validatori, e il suo valore dipendente in larga parte dalla fiducia che la community vi ripone. In altre parole, mentre l’oro è fisico e tangibile, Bitcoin esiste come informazione crittografica, e questo è ancora uno svantaggio (secondo molti) nel 2025.
I curiosi numeri di ottobre
Nonostante queste differenze, entrambi gli asset hanno attratto investitori in cerca di alternative alla moneta fiat. Tuttavia, come dimostrano i recenti movimenti di mercato, anche la percezione di “rifugio” può cambiare rapidamente. In una sola giornata di ottobre (durante l’ultima settimana), l’oro ha subito un calo superiore al 5%, il più grande degli ultimi cinque anni.
Questo improvviso scivolone ha spinto alcuni analisti a parlare di rotazione del capitale verso Bitcoin, interpretando la resilienza della criptovaluta come un segnale di crescente fiducia. Per altri, invece, si è trattato solo di un effetto temporaneo legato a fattori tecnici.
Il confronto tra i due mondi quindi non è nemmeno solo numerico o finanziario. Assume, in molti casi, i toni dello scontro ideologico. A dare ulteriore visibilità a questo confronto è stato il botta e risposta tra Peter Schiff, celebre economista e fervente sostenitore dell’oro, e Changpeng Zhao (CZ), fondatore di Binance.
I challenge @cz_binance to a debate: Bitcoin versus tokenized gold. Which best satisfies the conditions of money, which include being a medium of exchange, a unit of account, and a store of value? Who wants to moderate?
— Peter Schiff (@PeterSchiff) October 23, 2025
Schiff ha lanciato una provocazione pubblica sfidando CZ a un dibattito sul futuro del denaro: l’oro, sostiene Schiff, ha migliaia di anni di storia, valore intrinseco e proprietà tangibili che nessun codice può replicare. CZ, da parte sua, ha difeso Bitcoin come forma di denaro moderna, decentralizzata e accessibile, perfettamente adatta al mondo digitale in cui viviamo.
Uno scontro ideologico
Questa polarizzazione riflette visioni opposte non solo su come investire, ma su come interpretare il valore stesso. Chi sceglie l’oro lo fa spesso in virtù della sua “immutabilità” storica: è stato considerato prezioso da ogni civiltà, sopravvivendo a guerre, inflazioni e crisi bancarie. Bitcoin, al contrario, nasce per sfidare proprio quel sistema, offrendo un’alternativa radicale fondata su regole certe, indipendenti da governi, banche centrali o autorità centrali.
La fiducia, in questo contesto, non è rivolta a un’autorità, ma a un protocollo condiviso. Tuttavia, anche i più convinti sostenitori di Bitcoin devono fare i conti con una volatilità strutturale che ne limita, almeno per ora, la piena funzionalità come riserva di valore stabile. Il prezzo di BTC resta sensibile a eventi macro, regolamentazioni, flussi speculativi e dinamiche on-chain spesso non facilmente prevedibili. Al contrario, l’oro tende a reagire più lentamente, seguendo le variazioni nei tassi d’interesse reali, nella politica monetaria e nella domanda fisica da parte di banche centrali e investitori istituzionali.
In questo scenario, il concetto stesso di “bene rifugio” appare meno rigido di un tempo. Potremmo trovarci, più che di fronte a una sostituzione, davanti a una diversificazione. L’oro continua a mantenere il suo status tra gli investitori più prudenti e le istituzioni, mentre Bitcoin viene ricercato da fondi più dinamici, giovani risparmiatori digitali e investitori attenti all’innovazione tecnologica.
Questa coesistenza non è priva di tensioni. Per esempio, molti sostenitori dell’uno vedono nell’altro una minaccia. Eppure i dati raccontano una realtà più sfumata, con Bitcoin e oro che reagiscono in modo diverso, si muovono con logiche spesso opposte, e possono coesistere all’interno di portafogli moderni che cercano equilibrio tra protezione e crescita.
Il futuro, come spesso accade nei mercati finanziari, non sarà probabilmente tutto d’oro né tutto digitale. Ma la sfida tra questi due asset, uno millenario e uno nato da poco più di un decennio, ci costringe a ripensare cosa consideriamo “valore” nel XXI secolo.