BlackRock: Nuovo fondo on-chain, il futuro è tokenizzato
Di Daniele Corno
Dalla creazione di fondi tokenizzati come BUIDL alla tokenizzazione di fondi esistenti come BLF Treasury Trust Fund: nuovo passo di BlackRock

BlackRock mette il carico da 90
La crescita senza freni di BUIDL sopra i $2.5 miliardi è solo il punto di partenza: Creare fondi tokenizzati oppure tokenizzare fondi già esistenti?
È questa la domanda che si è posto BlackRock e la risposta è stata immediata. Il gestore patrimoniale più grande al mondo ha infatti depositato presso la SEC un modulo N-1A. Con esso, la società richiede una modifica all’interno del suo fondo del mercato monetario chiamato “BLF Treasury Trust Fund“.
BlackRock vuole creare azioni tokenizzate del suo fondo, dal valore di $150 miliardi, con la gestione e la vendita affidate al colosso BNY Mellon. Su quale Blockchain? La risposta ancora manca, non mancheremo di aggiornavi a seguito della comunicazione.
Come sempre, l’accesso al fondo non sarà direttamente aperto a tutti. Gli investitori dovranno infatti soddisfare un tier minimo per il prodotto di $3 milioni di dollari ed in seguito, procedere ad acquisti e vendite senza ulteriori vincoli.
Così come per BUIDL, il BLF Treasury Trust Fund investe quasi esclusivamente in Treasury Bills US. In paragone, il fondo supera di pochi miliardi le riserve dell’intera capitalizzazione di Tether.
Tokenizziamo tutto
“La tokenizzazione rivoluzionerà gli investimenti”, “I mercati non dovrebbero chiudere. Le transazioni che attualmente richiedono giorni si cancellerebbero in pochi secondi. E miliardi di dollari attualmente immobilizzati da ritardi negli insediamenti potrebbero essere reinvestiti immediatamente nell’economia, generando una maggiore crescita”.
Forti e dirette le parole di Larry Fink, CEO di BlackRock, nell’ultimo report condiviso agli investitori, chiamato “la democratizzazione degli investimenti“.
Proprietà frazionaria, diritti di voto degli azionisti e democratizzazione del rendimento sono tre degli obiettivi chiave da raggiungere secondo Fink.
Obiettivi che dal suo punto di vista, sono rallentati da una mancanza di strumenti sufficienti per la verifica dell’identità completa e funzionale.
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