Cina: il trattamento dei dati personali passa su blockchain
Di Davide Grammatica
In Cina, a seguito di nuove normative sulla privacy, la verifica dell’identità dei cittadini passerà da una piattaforma Blockchain
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Secondo un annuncio del Blockchain-based Service Network (BSN), l’ente statale che supervisiona in Cina progetti blockchain a livello nazionale, la verifica dell’identità di più di 1,4 miliardi di cittadini passerà da una nuova piattaforma on-chain.
Come riporta riportato da CoinDesk, l’iniziativa porta il nome di RealDID, ed è stata portata avanti dal BSN in collaborazione con il Ministero cinese della Pubblica Sicurezza. Questo consentirà agli utenti di registrarsi e accedere ai siti Web tramite i propri indirizzi ID protetti da chiavi private, sulla scorta di imposizioni già vigenti nei confronti di influencer e aziende che online (su piattaforme come come WeChat) sono costretti a mostrare pubblicamente i propri veri nomi.
Sulla bontà dell’operazione nei termini della preservazione della privacy degli utenti in molti nutrono seri dubbi, ma ufficialmente l’intera operazione vorrebbe andare a favorire la separazione tra dati “personali” e “aziendali”, senza intaccare quindi l’aspetto “privato” dei cittadini nelle loro interazioni online.
La “strada" cinese e la privacy
L’operazione, se da un lato è funzionale a rafforzare la credibilità di queste realtà online, tuttavia, è certamente anche un modo per favorire la supervisione da parte degli organi pubblici. Pur essendo, a prescindere da ciò, uno dei primi sistemi di verifica dell’identità “decentralizzato” (ma gestito a livello nazionale).
La Cina, da un punto di vista strettamente industriale, sembra essere molto avanti anche in questo settore, dove tra i principali sostenitori allo sviluppo sono giganti tecnologici come China Mobile e China UnionPay. Uno sviluppo che ha messo in guardia addirittura gli Stati Uniti, dove al contrario si starebbe pensando di vietare le forniture di infrastrutture blockchain cinesi per prevenire potenziali rischi in termini di sicurezza nazionale, proteggendo quindi i dati personali dei cittadini Usa da enti stranieri.
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