Crypto in Italia: per l’OAM, $2,7mld in mani italiane
Di Davide Grammatica
Il settore crypto in Italia pesa oggi $2,7 miliardi, in crescita dell’85% sul Q4 2023, e con gli investitori arrivati a quota 1,3 milioni
La crescita delle crypto in Italia
Secondo l’ultimo report dell’OAM, ovvero l’Organismo per la gestione degli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi, condotto in collaborazione con Banca d’Italia e Consob, il settore crypto ha registrato nel paese una crescita non indifferente nell’ultimo anno.
Gli investitori (a marzo 2024) sono arrivati a essere più di 1,3 milioni, con una quota di asset in gestione superiore ai 2,7 miliardi di dollari. Una crescita non indifferente, soprattutto se paragonata all’ultimo trimestre del 2023, rispetto al quale si segnala un incremento dell’85%. Crescono parallelamente anche numero di holder (+13%) e di VASP (+9%) iscritti al registro dell’OAM. E, conseguentemente, anche volumi di scambio e operazioni dei clienti.
Molti altri VASP, inoltre, avrebbero in programma di presentare istanza di autorizzazione alla prestazione di servizi per le cripto-attività entro il primo semestre 2025.
Dati positivi, ma parziali
La maggior parte degli investitori è di età compresa tra i 18 e i 29 anni (36%), ma i portafogli più consistenti riguardano la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. Meno rilevante è la fascia dai 60 anni in su. Dal punto di vista territoriale, invece, è curioso notare come il 72% degli investitori sia residente nel nord Italia, secondo l’OAM per la maggiore “apertura internazionale” della regione.
Gli exchange di grandi dimensioni dominano il mercato sia in termini di numero di clienti (85,5%), sia di controvalore delle transazioni, ma il ruolo dei cex medio-piccoli è comunque fondamentale per le attività di scambio.
È doveroso ricordare, tuttavia, che i dati raccolti dall’OAM rimangono parziali. I $2,7miliardi non tengono conto, per forza di cose, dei fondi detenuti dagli investitori in soluzioni di auto-custodia, per non parlare dei cex ancora non inseriti nel registro. Ad ogni modo, rimane rilevante constatare la crescita dallo scorso anno.
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