ETF spot BTC: per la SEC solo “approvazione o tribunale”
Di Davide Grammatica
Secondo JPMorgan, un rifiuto dell’approvazione degli ETF spot BTC da parte della SEC porterebbe l'agenzia in tribunale davanti ai richiedenti
La SEC al bivio
Gli analisti di mercato del gigante bancario JPMorgan hanno analizzato il contesto venutosi a creare dalla sempre più probabile approvazione del primo ETF spot Bitcoin negli Usa.
In particolare, si è analizzato anche lo scenario peggiore, ovvero quello di un possibile rifiuto delle richieste da parte della Securities and Exchange Commission (SEC).
Arrivati a questo punto, un’interruzione del processo di integrazione di questo prodotto finanziario sembrerebbe inverosimile, ma abbiamo avuto modo di vedere, già in passato, come la SEC non sia affatto “leggera” quando si tratta di crypto. Nel caso, quindi non sarebbe nemmeno improbabile vedere l’agenzia impegnarsi in una pesante battaglia legale con i richiedenti dell’ETF.
“Qualsiasi ‘rifiuto’ potrebbe innescare azioni legali contro la SEC, creando ulteriori problemi legali per l’agenzia”, hanno dichiarato, infatti, Nikolaos Panigirtzoglou, a capo del team di analisi di JPM, in un’intervista a The Block. “Tutto ciò è possibile, ma crediamo anche che una nuova battaglia legale sulla questione non sia qualcosa che la SEC sarebbe disposta ad affrontare di nuovo”.
In effetti, la SEC non sembra passarsela benissimo in tribunale ultimamente, a partire dalla sconfitta nel caso contro Grayscale, fino al rifiuto di presentare un ricorso, che obbliga l’agenzia a riconsiderare la richiesta di conversione del trust GBTC in un ETF spot.
La spinta istituzionale a Bitcoin
JPM, da parte sua, prevede che l’approvazione arriverà “entro pochi mesi”, e conferma come i gestori patrimoniali si stiano già accordando con la SEC dietro le quinte per dettagli normativi.
Anche per la community, del resto, prevale l’ottimismo, rispecchiato benissimo dal rialzo di Bitcoin nell’ultima settimana sulla scia dell’hype venutosi a creare. E questo, nonostante il prezzo sia di fatto trainato dalla domanda istituzionale.
A spingere il carro BTC sembrano essere infatti principalmente i prodotti “futures”, in generale utilizzati maggiormente da investitori istituzionali, e a livelli che supererebbero addirittura il periodo precedente al crollo di FTX.
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