ETF spot Ethereum: VanEck frena l’entusiasmo
Di Davide Grammatica
Jan van Eck, ceo di VanEck, ha fatto trapelare del pessimismo rispetto all’approvazione degli ETF spot Ethereum da parte della SEC a maggio
Problemi per gli ETF spot ETH?
Per gli ETF spot Ethereum ci si aspettava un cursus honorum in stile Bitcoin, con la SEC costretta sul lungo termine a cedere all’approvazione. Tuttavia, non sembra essere esattamente così.
Jan van Eck, ceo di VanEck, in un’intervista alla CNBC, infatti, non si è mostrato particolarmente ottimista, segnalando come le aziende che già hanno avuto un via libera per le negoziazioni di un ETF spot BTC non si sentano sicure di un nulla osta da parte della SEC relativo ai nuovi prodotti basati su ETH.
La scadenza di maggio, in questo senso, non coinciderà necessariamente con un’approvazione.
“Il modo in cui procede il processo legale consiste in ‘commenti’ alle domande di approvazione per diverse settimane, sulla scorta del percorso fatto dagli ETF spot BTC”, ha dichiarato Jan van Eck. “Ma non è detto che per Ethereum succeda lo stesso”.
Se una volta approvati gli 11 ETF BTC l’ottimismo era balzato alle stelle anche per le controparti ETH, in questo momento si sta registrando un sensibile calo dell’entusiasmo.
La SEC non sembra convinta
Le stesse sensazioni sembra averle, allo stesso tempo, anche Jean-Marie Mognetti, ceo di CoinShares, che sempre alla CNBC ha confessato di non aspettarsi un’approvazione nel 2024.
Eric Balchunas, analista di Bloomberg e riferimento per il settore, ha abbassato le probabilità di approvazione entro maggio dal 70% al 30%, e questo per una sostanziale indifferenza che sembra provenire dagli uffici della SEC, ancora immobili rispetto ai depositi presentati.
A pesare, in questo senso, è il mancato feedback dell’autorità di regolamentazione, per un approccio che sembra essere totalmente diverso rispetto a quanto avvenuto per Bitcoin.
“Come abbiamo detto, è necessario che la SEC fornisca commenti sui documenti depositati, ma ciò ancora non accade”, ha scritto Balchunas. “Silence is violence” o, in altre parole, chi tace non acconsente.
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