Ethereum: burn di 300mila ETH a un anno dal Merge
Di Davide Grammatica
Un anno dopo il “Merge”, per Ethereum è tempo di tirare le somme, con più di 300mila ETH “bruciati” dal passaggio al proof-of-stake
Ethereum: cosa è cambiato dal “Merge”?
A un anno esatto dal “Merge”, per Ethereum è tempo di tirare le somme. L’aggiornamento storico, che ha portato la rete da un meccanismo di consenso proof-of-work (PoW) a uno proof-of-stake (PoS), ha trasformato completamente l’ecosistema.
Da allora, Ethereum ha generato 680.455,31 ETH, con un “burn” di altri 980.377,87. In altre parole, l’offerta circolante del token è diminuita di 299.922,50 ETH. Questo perché, a differenza di un sistema PoW, dove i miner ricevono “premi” in cambio della risoluzione di problemi computazionali per registrare le transazioni, in una configurazione PoS si “brucia” una parte delle commissioni di transazione pagate dagli utenti, eliminando quindi anche una quantità significativa di offerta per i miner.
Il “Merge”, oltre ad avere implicazioni ambientali che si prestano maggiormente per un sistema “sostenibile”, ha poi conseguentemente reso Ethereum una valuta deflazionistica. Un fattore che ben lasciava sperare in termini di prezzo, il quale però è rimasto sostanzialmente invariato da allora.
L’aggiornamento, in sostanza, non è riuscito a incrementare la quotazione di ETH, aspetto curioso se paragonato alla performance di Bitcoin, che invece segna un +30% nell’ultimo anno.
Obbiettivo: abbassare le gas fee
Chiave di volta, da questo punto di vista, potrebbe essere quindi la riduzione delle gas fee, la cui mancata integrazione nell’aggiornamento di settembre scorso aveva condannato ETH, per certi versi, a sottoperformare altre crypto.
Ciò potrebbe invece avvenire in coincidenza del nuovo aggiornamento Ethereum Improvement Proposal (EIP)-4844, anche detto “proto-danksharding”, che si propone di ridurre le gas fee aumentando al contempo il throughput delle transazioni tramite “blob” di dati, una sorta di blocco che però non viene archiviato in blockchain per elaborare i dati in maniera più efficiente.
L’aggiornamento, secondo le previsioni, sarà operativo entro la fine dell’anno, e potrebbe significare molto per un asset che, comunque, ha registrato dal “Merge” un aumento delle transazioni mensili da 28 a 32 milioni.
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