Ethereum, dal 2014 al boom: $104 trasformati in $1,5 milioni
Di Daniele Corno
Nel 2014 partecipava alla ICO di Ethereum comprandone $104 dollari. Dopo 10 anni è tempo di spostare i suoi $1.5 milioni, con un +1.442.208%

Dall’ICO al risveglio
Un portafoglio storico di Ethereum è tornato a muoversi dopo oltre dieci anni di silenzio. Si tratta di un indirizzo che aveva partecipato all’ICO del 2014, acquistando ETH per un costo di appena $104 dollari.
Dopo ben 3690 giorni, l’indirizzo in questione (0x61b902c5A673885826820D1fe14549E4865FbdC2) ha effettuato prima una transazione di prova, per poi spostare l’intero importo verso un nuovo indirizzo (0xFc207907367A0545De6A1135445e74f54047132D).
L’operazione, osservata on-chain da Lookonchain, rappresenta un rendimento colossale: +1.442.208% dal prezzo iniziale di 0,31 dollari per ETH.
Un ritorno che racconta in modo emblematico l’evoluzione di Ethereum, nato ufficialmente nel 2015 e oggi seconda blockchain al mondo per capitalizzazione, capace di trasformare una scommessa da poche decine di dollari in un vero e proprio tesoro digitale.
Performance che per essere chiari, sono: “Un rendimento da fantascienza, difficilmente replicabile oggi”. Una dose di fortuna, legata ad una decisione presa nel posto e nel momento giusta, con quel che serve di visione per credere nell’intangibile.
Wallet dormienti, da Bitcoin a Ethereum
Questi movimenti non sono eventi isolati nel mercato crypto. Solo pochi mesi fa infatti due wallet Bitcoin, rimasti fermi per 14 anni, tornarono a muoversi spostando in poco tempo un patrimonio di 80.000 BTC.
La vendita, gestita da Galaxy Digital, trasformò un investimento iniziale di appena $7.800 in oltre $9 miliardi, segnando la più grande operazione di sempre a mercato.
Il parallelismo con Ethereum è inevitabile: anche qui un portafoglio “storico” è tornato in attività, ma con circa 3 anni di differenza. Performance che superano ampiamente una crescita percentuale oltre ad un milione di punti percentuali e che guardarle ad oggi, risultano una pura utopia.
Storie che alimentano ancora una volta il mito del settore, ma che vanno viste come eccezioni irripetibili, non come regole del mercato.
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