Ethereum 2.0: lanciato il fork “shadow”
Di Davide Grammatica
Nelle ultime ore è stato lanciato il fork “shadow” della rete principale di Ethereum, un ulteriore passo verso il modello proof-of-stake
L’operazione
Gli sviluppatori di Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, hanno lanciato il primo fork “shadow” della sua mainnet, per continuare il percorso di trasferimento della rete di supporto verso un modello proof-of-stake (POS).
Con “shadow fork” si intende un test per mettere alla prova le ipotesi del team sulla sincronizzazione e la crescita dello stato di sviluppo del progetto, che fornirà gli strumenti per verificare se le previsioni possano risultare corrette sui testnet esistenti, come ha sottolineato Parithosh Jayanthi, uno degli sviluppatori della Ethereum Foundation.
L’evento è un capitolo rilevante nel passaggio in più fasi di Ethereum a un algoritmo di consenso POS, volto a sostituire il meccanismo attuale proof-of-work (POW), per portare tutto l’ecosistema ad essere caratterizzato da transazioni convalidate da nodi gestiti a loro volta da “staker”, al posto dei “miner”. E tutto ciò, nell’orizzonte di un piano che vorrebbe ridurre significativamente le risorse energetiche necessarie per il mantenimento operativo della rete, elemento di discussione anche per quanto riguarda Bitcoin, che funziona su un sistema POW.
Il fork, secondo quanto comunicato dagli sviluppatori, condividerà alcuni dei dati con la mainnet di Ethereum, e ha già eleborato, in nemmeno una giornata, circa 2 milioni di transazioni, con un tempo medio di 14 secondi.
Verso il “Merge”
Il risultato di questo test, da un altro punto di vista, sarà anche la chiave per determinare in tempi del “Merge”, per il quale gli sviluppatori, fino a questo punto, avevano sfruttato solamente la testnet Görli, una blockchain proof-of-authority utilizzata per testare applicazioni decentralizzate.
Il “Merge” o, per intenderci, il passaggio ad Ethereum 2.0, consiste nell’unione tra il livello di esecuzione proof-of-work esistente con il layer di consenso della Beacon Chain, trasformando la blockchain in una rete proof-of-stake. E il fork “shadow” si accoda ad un altro passaggio fondamentale avvenuto lo scorso marzo, che ha visto il successo dell’operazione sul testnet Kiln, dove il livello di esecuzione POW si è “unito”, appunto, a quello POS.
“Il testnet Kiln è stato progettato per consentire alla community di testare l’esecuzione dei propri nodi, l’implementazione degli smart contract e quella dell’infrastruttura”, ha dichiarato Jayanthi. “E il fork ‘shadow’ è un ulteriore stress test a cui sarà sottoposta la rete”.
Il team, nelle sue osservazioni, ha notato alcuni problemi nell’insieme dei processi coinvolti ma, per ora, la percentuale di variatori che svolgono il loro lavoro, ovvero il tasso di partecipazione alla rete, rimane sopra al requisito minimo.