Euro Digitale: i ministri UE tracciano la roadmap, ma...
Di Daniele Corno
Ok per l'Euro Digitale. I ministri delle Finanze dell’UE delineano la roadmap, ma la strada è ancora lunga

Accordo a Copenaghen
Mentre negli Stati Uniti le CBDC sono una narrativa oramai archiviata, sul territorio europeo si punta allo sviluppo dell’Euro Digitale. Una decisione nettamente opposta, che nasce dalla necessità di trovare inclusione in un settore dove non si sono mai finanziati ed incentivati gli sviluppi.
Durante le riunioni ministeriali di Copenaghen infatti, i ministri delle Finanze UE hanno trovato un primo compromesso sulla realizzazione di una CBDC europea.
Nella roadmap, secondo il rapporto di Reuters, si evince di come gli stati membri abbiano voce in capitolo sull’emissione dell’Euro Digitale e, allo stesso tempo, su eventuali limiti monetari imposti per singolo cittadino.
“L’euro digitale non è solo un mezzo di pagamento, è anche una dichiarazione politica riguardante la sovranità dell’Europa e la sua capacità di gestire i pagamenti, anche su base transfrontaliera, con un’infrastruttura e una soluzione europea”, afferma la presidente della Banca centrale europea (BCE) Christine Lagarde.
Emissione rinviata: serviranno anni
Nonostante il checkpoint raggiunto, il processo di creazione e di distribuzione di un futuro Euro Digitale rimane ancora lungo.
Reuters riporta che la BCE punta a ottenere l’approvazione legislativa entro giugno 2026, ma che gli effettivi sviluppi potranno iniziare solamente in un momento successivo. La fase operativa quindi, viene riportato, potrebbe durare dai 2 ai 3 anni, con un eventuale lancio atteso non prima del 2029.
Come attendibile tuttavia, non mancano le critiche. Fernando Navarrete Rojas, relatore del dossier in Parlamento, ha definito la CBDC “una risposta a una domanda che nessuno ha mai posto”.
Da una parte quindi, l’esclusione (voluta) dal settore delle stablecoin ha attivato un campanello dall’allarme, con la narrativa di una paura della perdita della sovranità finanziaria. Dall’altra invece, un sistema completamente centralizzato, mirerebbe in primo luogo alla privacy dei cittadini mentre dall’altra, potrebbe creare grandi instabilità finanziarie.
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