Fisco 2024: bigino del crypto-investitore
Di Gabriele Brambilla
Come ogni anno, anche nel 2024 gli investitori in criptovalute dovranno rispettare obblighi e scadenze imposti dal fisco. Ecco un bigino per non sbagliare
Introduzione al focus on di oggi
Benvenuto/benvenuta all’appuntamento con il focus on; dato il periodo, questa settimana parleremo di fisco, obblighi e scadenze del 2024.
Se investire può essere un’attività piacevole (almeno finché si guadagna), quando ci sono di mezzo le dichiarazioni fiscali tutto cambia. Muoversi nel dedalo di regole, soglie e deadline può essere complicato e minare la nostra tranquillità. Oggi faremo in modo di limitare i problemi fornendoti una sorta di bigino che ti illuminerà su tutte le cose importanti che devi sapere.
In breve, dopo aver ripassato gli obblighi che il crypto-investitore ha per il 2024, daremo uno sguardo alle scadenze principali. Dopodiché esploreremo alcune soluzioni online per semplificarci la vita, chiudendo con un occhio alle situazioni di irregolarità.
Come sempre, massima semplicità per agevolare la comprensione di una materia che può rivelarsi ostica.
Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 31 maggio 2024. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!
Indice
Obblighi fisco 2024 per l'investitore crypto
Di questo punto ne abbiamo parlato a più riprese anche negli ultimi giorni, ma vogliamo comunque ribadire gli obblighi che abbiamo nel 2024.
In primis la comunicazione dei crypto-asset in nostro possesso. Dovremo quindi compilare correttamente il quadro RW contenuto nella dichiarazione dei redditi, ricordandoci che non esiste alcun limite minimo: va sempre presentato se si detengono criptovalute.
Se ci siamo limitati a holdare, anche aggiungendo capitali, gli obblighi si esauriscono qui. Il possesso di coin e token non è infatti tassato, a prescindere dai guadagni potenziali accumulati nel corso del 2023. Parentesi, giusto per non confonderci: tutti gli obblighi fiscali del 2024 si riferiscono all’anno 2023, ma questo probabilmente lo saprai già.
Proprio il concetto di guadagno potenziale è la chiave. Potremmo avere una plusvalenza del 10.000% in un anno su bitcoin o altre crypto, ma finché restiamo su quell’asset specifico si tratta appunto di un guadagno teorico, potenziale, non effettivamente conseguito. Questo perché BTC (o qualsiasi altro asset, crypto e non) potrebbe crollare e bruciare tutto; il mercato è anche questo.
Il discorso cambia se avessimo effettuato cashout (da crypto a valuta fiat), oppure una conversione tra asset crypto differenti (crypto tipo BTC, ETH e simili –> stablecoin, oppure verso NFT). In questi casi, l’operazione diventa fiscalmente rilevante e la sola dichiarazione potrebbe non essere sufficiente. Infatti, in caso di plusvalenza, potremmo dover pagare le relative tasse sulle criptovalute (visita la guida appena linkata per tutte le informazioni in merito). In ogni caso, l’Agenzia delle Entrate non ha ancora chiarito diversi punti oscuri; il commercialista può quindi consigliare al meglio il cliente per quanto riguarda cosa pagare/cosa non pagare.
Se sei in regola con le dichiarazioni precedenti, dovrai anche versare l’imposta sul valore delle cripto-attività (IC), una sorta di bollo del 2 per mille sul totale degli asset in possesso al termine dell’anno precedente.
Fisco e tasse: le scadenze del 2024
Ed eccoci nel vivo, ossia le scadenze del fisco per quest’anno. Vediamo tutto quello che serve sapere all’investitore in criptovalute.
Iniziamo con la semplice dichiarazione. Per i dipendenti che presentano il modello 730, la scadenza è fissata al 30 settembre 2024; i lavoratori autonomi che utilizzano il modello Persone Fisiche (PF) hanno invece la deadline fissata al 15 ottobre 2024.
Attenzione però, perché c’è un grande “ma”. L’imposta sul valore delle cripto-attività (IC), citata in precedenza, ha come scadenza per il pagamento il 30 giugno 2024. Essa si basa sui capitali crypto in possesso al 31/12/2023, che vengono dichiarati quest’anno. Quindi, la prassi per molti commercialisti è quella di presentare entro il 30 giugno anche il quadro RW, così da poter far pagare al cliente l’imposta IC sulla base di una dichiarazione già presentata. Parlane quindi con il professionista che ti segue e agisci secondo le sue disposizioni.
Nel caso in cui la scadenza per la presentazione non venisse rispettata, ci sono ulteriori soglie che permettono di limitare le sanzioni (che nella normalità oscilla tra il 3 e il 15% del valore di coin e token non dichiarate). Il ravvedimento operoso permette di ridurre anche di molto queste quote e dipende dai giorni di ritardo. Nel dubbio è meglio agire secondo i tempi, così da evitare costi maggiori e inizialmente non dovuti.
Facciamo un passo avanti: quali sono le scadenze nel caso in cui dovessimo pagare delle imposte? Le deadline sono le stesse di qualsiasi altra tassa. Presentando entro la dichiarazione nei tempi previsti, il commercialista o CAF indicherà al cliente tempistiche e modalità di versamento. Verrà emesso un F24 pagabile mediante la banca, in alcuni casi con possibilità di rateizzazione per importi elevati.
"Poche scadenze, ma molto importanti!"
Attenzione alle sanzioni
Come già anticipato, bisogna stare sull’attenti per quanto riguarda le sanzioni. Infatti, basta davvero poco, come una semplice svista, per ritrovarsi a dover pagare una sanzione chiaramente indesiderata.
Fortunatamente, per evitare di ritrovarsi in questa situazione è sufficiente seguire alcune semplici regole:
- Farsi seguire da un professionista affidabile
- Muoversi in anticipo
- Rispettare tutte le scadenze
- Verificare più volte la correttezza dei dati forniti al commercialista o CAF
Su quest’ultimo punto, sappiamo che talvolta è difficile garantire che i numeri siano effettivamente precisi. Questo perché tra hold, staking (sì, può essere tassato anche lo staking) e movimenti tra asset differenti, è complesso tracciare tutte le operazioni effettuate. Ora però c’è Tatax, il software dedicato alla compilazione delle dichiarazioni fiscali crypto che assicura l’esattezza dei dati, per la massima tranquillità del contribuente.
Tornando per un attimo al ravvedimento operoso, non dimentichiamoci di questo importante strumento. Se qualcosa dovesse andare storto (vuoi per una nostra svista o una totale dimenticanza) e ce ne accorgessimo per tempo, potremo pagare una sanzione ridotta anche di molto. Questo per dire che se non pagassimo le tasse entro la scadenza, rendendocene conto pochi giorni dopo, il fisco non ci pignorerà la casa: ce la caveremo con una piccola multa.
In ogni caso, massima attenzione: è sempre consigliato rispettare tutte le scadenze per vivere nella massima serenità.
E se non sono in regola?
Per anni i crypto-investitori sono rimasti in balia dell’incertezza, privi di leggi chiare in materia fiscale. Per colmare il vuoto normativo, l’Agenzia delle Entrate si pronunciò diverse volte, stabilendo delle prassi divenute obbligatorie e su cui l’attuale legge si basa in parte.
Diciamo la verità: l’obbligo di dichiarazione e la tassazione erano note da anni. Alcuni investitori decisero di mettersi in regola da subito, mentre altri arrivarono un po’ in ritardo. Infine, ancora oggi ci sono coloro che non si sono regolarizzati e vorrebbero farlo. Ma quali sono i costi?
Le situazioni variano da persona a persona, ma una cosa è certa: si tratta di un tema molto delicato e che va oltre le normali scadenze e imposte. Il nostro consiglio è di rivolgersi a una figura professionale che conosca l’ambito delle criptovalute (sono ancora rare, ma in costante aumento), ragionando insieme sul piano d’azione.
Comunque, c’è molta differenza una persona che si è limitata a non dichiarare e una che non ha versato delle imposte. Nel primo caso, la sanzione sarà proporzionata ai capitali coinvolti, ma di sicuro ridotta, perché dopotutto non c’era nulla da pagare. Nel secondo caso, oltre a non aver dichiarato le crypto, la persona dovrà anche versare le tasse dovute con le relative sanzioni. Qui torniamo all’importanza della figura professionale, che può guidare il cliente verso la soluzione meno dolorosa.
Grande differenza anche tra chi decide spontaneamente di rimediare alle proprie mancanze e chi viene invece richiamato dalle autorità. Il primo accederà a sanzioni ridotte in quanto agisce volontariamente, mentre il secondo dovrà per forza di cose provare a limitare i danni.
Se non sei in regola e vuoi sistemare la tua posizione, lo ripetiamo, rivolgiti a un esperto. Non fasciarti la testa prima del tempo, perché l’investitore medio se la cava generalmente con cifre ragionevoli, anche se tutto dipende proprio dai capitali in questione.
"Per i casi specifici, un esperto in materia è indispensabile"
Conclusioni
Ci auguriamo che questo articolo possa aiutarti a muoverti correttamente nel mondo del fisco per questo 2024.
Come avrai notato, in realtà non ci sono chissà quante scadenze o complicazioni: è sufficiente dichiarare coin e token, pagare le eventuali tasse e, se dovuta, l’IC. Nulla di più.
Se invece ti ritrovi in una situazione più complessa, il discorso cambia e il percorso sarà da delineare con il professionista a cui ti rivolgerai.
In ogni caso, consigliamo comunque di appoggiarsi a un commercialista o al CAF per la compilazione dei modelli 730 o PF, evitando pericolosi fai-da-te. Meglio spendere qualche euro e avere maggior tranquillità.
Per tutte le informazioni extra, ricordiamo la già menzionata guida alle tasse su criptovalute, che manteniamo costantemente aggiornata.
Grazie per averci letto, alla prossima settimana!