FTX: il rilancio può avvenire “offshore”
Di Davide Grammatica
L’exchange FTX potrebbe “ripartire” offshore e a esclusione degli utenti Usa, con un nuovo CEX i cui proventi possono essere divisi tra i creditori
Il nuovo piano di “riavvio” di FTX
FTX, tramite il suo amministratore fallimentare, ha fatto sapere nelle ultime ore che la società fallita potrebbe ripartire dalla costituzione di un nuovo exchange offshore dedicato agli ex utenti “internazionali” dell’exchange, consentendo loro di detenere titoli azionari, token o altri interessi nella nuova realtà.
Il piano di riorganizzazione è stato presentato in una bozza in cui si propone l’istituzione di un exchange “riavviato” per gli utenti, in cui questi sarebbero divisi in una serie di gruppi. Gli utenti del nuovo exchange offshore FTX.com (quindi fuori dagli Stati Uniti) sarebbero classificati come “client dotcom”, mentre gli utenti Usa come “U.S. client”.
Chiunque avesse il diritto di entrare nel gruppo “dotcom” riceverebbe una quota proporzionale dei proventi da un pool di attività associate all’exchange. Nello specifico, questo pool costituirebbe quindi una nuova società con investitori terzi, al fine di gestire una piattaforma offshore.
“I creditori possono richiedere che la società di scambio offshore restituisca un corrispettivo (non in valuta) al pool di clienti “dotcom” sotto forma di titoli azionari o altri interessi nell’exchange”, si legge nel deposito.
Il lungo processo fallimentare di FTX
FTX è quindi pronto a ripartire? La strada sembra ancora molto lunga. In primo luogo, la buona riuscita di un piano del genere dipende direttamente dalla capacita di riorganizzazione di parte dei creditori, e dal fatto che accettino le quote del nuovo CEX al posto di quanto recuperabile tramite Chapter 11.
Si tratterà quindi di un processo lungo, e che non coincide nemmeno molto con l’idea di “reboot” di FTX che la community auspicherebbe. Il token nativo FTT, in tutto ciò, è invece completamente escluso dal piano di rilancio.
Possibili riavvii di FTX erano stati discussi in precedenza, con tanto di dichiarazioni del ceo ad interim John Ray III, depositate lo scorso maggio, con riferimento al “riavvio di FTX” o al “riavvio 2.0”.
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