G20: al vaglio il primo quadro normativo crypto a livello globale
Di Davide Grammatica
L’OCSE ha presentato al G20 il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), il primo quadro normativo crypto pensato a livello globale, per aumentare la trasparenza delle transazioni transfrontaliere.
Una svolta normativa (crypto) internazionale
Nelle ultime ore, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha presentato al G20 un primo quadro normativo crypto, per aumentare la trasparenza delle criptovalute a livello internazionale. Una sorta di sincronizzazione tra i paesi di tutto il mondo, con un focus sulla regolamentazione degli scambi commerciali crypto transfrontalieri.
L’iniziativa nasce proprio dal G20 che, lo scorso aprile 2021, aveva appunto incaricato l’OCSE di sviluppare un metodo per automatizzare le dichiarazioni fiscali crypto negli scambi tra nazioni.
Ora, i ministri delle finanze del G20, ovvero dei paesi più rilevanti a livello economico su scala mondiale (tra cui rientra anche l’Italia), esamineranno il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), un report di 100 pagine che, insieme al rinnovato Common Reporting Standard (CRS), rappresenterà la prima regolamentazione delle criptovalute a livello internazionale.
Il CARF, anche detto “iniziativa di trasparenza” dall’OCSE, tra le altre cose, offre anche una sua definizione di “criptovaluta” e “NFT”, e offre un piano per la rendicontazione internazionale automatica delle criptovalute, che include addirittura disposizioni per il trading di prodotti derivati. Le CBDC, invece, sono state aggiunte tra le modifiche al CRS.
In questo senso, proprio perché il CRS, progettato per prevenire l’evasione fiscale internazionale, non sembra coprire le criptovalute, l’OCSE si è trovato a rispondere al rischio che queste “vengano utilizzate per l’evasione fiscale, minando al contempo i progressi compiuti nella trasparenza fiscale”.
Le prospettive della regolamentazione
Presumibilmente, il quadro proposto potrebbe significare l’inizio della fine di un variegato mosaico di normative internazionali. I leader mondiali, del resto, stanno gradualmente riconoscendo la portata dell’industria crypto, soprattutto in termini economici, e sono sempre più indisposti ad accettare scenari in cui alcuni commercianti possano abusare della natura delle criptovalute per eludere sanzioni e tasse, o impegnarsi in altre attività illecite.
Quello che è certo, è che bisognerà aspettarsi tempi (un po’ più) duri per i grandi magnati crypto, e soprattutto quelli già coinvolti in questioni legate alla frode fiscale.