I creditori di Genesis negoziano i termini del suo fallimento
Di Davide Grammatica
I creditori del CEX Genesis, tra cui Gemini, stanno negoziando i termini di un possibile accordo che preceda il ricorso al Chapter 11, la procedura fallimentare americana
Le ultime dal fronte Genesis e Gemini
Secondo alcune indiscrezioni, nelle ultime ore i creditori di Genesis Global Capital starebbero negoziando i termini di una “prepackaged bankruptcy”, una sorta di accordo negoziale tra le parti che preceda il ricorso al Chapter 11, la vera procedura fallimentare americana.
Una realtà come Gemini, quindi, accetterebbe in questi termini un periodo di tolleranza compreso tra gli uno e i tre anni, in cambio di un primo turno di pagamenti in valuta legale o in azioni della società madre di Genesis, Digital Currency Group.
L’azienda dei gemelli Winklevoss, alla fine del 2022, aveva formato un comitato ad hoc proprio per coordinare gli sforzi con altri creditori, e sostenere insieme una risoluzione dopo che Genesis aveva interrotto i prelievi sulla sua piattaforma.
Il comitato dei creditori ha quindi negoziato privatamente nelle ultime settimane con Genesis, nel tentativo di finalizzare un piano di protezione dal fallimento prima di ricorrere al Chapter 11.
Più recente, invece, è il dissing tra il co-fondatore di Gemini, Cameron Winklevoss, e il capo di Digital Currency Group, Barry Silbert, con quest’ultimo accusato di aver “rubato” fondi della piattaforma.
I possibili scenari
L’azione, secondo diversi analisti, consisterebbe nel tentativo di creare una finestra di tempo in cui l’azienda e i suoi creditori possano unirsi per salvare l’impresa.
Una “prepackaged bankruptcy”, in sostanza, coinvolgerebbe il debitore nel negoziare i termini dell’accordo, e solleciterebbe l’iniziativa dei creditori prima dell’effettivo deposito.
L’obiettivo di un tale piano, che deve essere approvato dagli azionisti e da un tribunale, è quindi quello di accelerare i temi complessivi in cui una società è sotto protezione fallimentare. Alcuni creditori, in questo contesto, potrebbero poi (tuttavia) trarre vantaggio dall’essere stati avvertiti di un imminente fallimento, e diventare poco collaborativi proprio per minare l’obiettivo dell’accordo “prepackaged”.
In tutto ciò, la società di investimenti e servizi finanziari Houlihan Lokey, che aveva presentato a dicembre un piano di risoluzione della liquidità per conto del comitato dei creditori per Genesis e DCG, ha detto ai clienti il 4 gennaio di star lavorando ancora a una soluzione, ma anche che ha bisogno di più tempo per farlo.
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