Giappone verso la svolta: crypto riclassificate e tasse giù al 20%
Di Daniele Corno
Dal 2026 il Giappone potrebbe rivoluzionare il quadro normativo crypto: tasse giù dal 55% al 20% per i contribuenti
Tokyo accelera verso regole più chiare
Il Giappone sta preparando una riforma che potrebbe rivoluzionare il quadro normativo per il mercato crypto nel paese.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Asahi, la Financial Services Agency ha finalizzato un piano per riclassificare 105 criptovalute come asset finanziari. Ai sensi del Financial Instruments and Exchange Act, questo cambiamento segnerebbe un punto di svolta per il paese, imponendo standard di trasparenza molto simili a quelli delle borse regolamentate.
Questo cambiamento avrebbe dirette ripercussioni anche sull’aliquota imposta sulle plusvalenze finanziarie. In un contesto cui le crypto vengono viste come asset finanziari, l’aliquota imposta diverrebbe la medesima imposta sulle plusvalenze relative al mercato azionario, pari al 20%. Un taglio netto, che porterebbe un decremento drastico dall’imposizione attuale, che arriva fino al 55% delle plusvalenze generate sulle proprie crypto attività.
Le misure dovrebbero essere presentate al Parlamento nel 2026, segno non solo di maturità del settore, ma anche di un approccio meno oppressivo da parte del governo.
Meno tasse, più sicurezza e più investimenti
Un carico fiscale minore porta a maggiori investimenti nel paese, ed è una legge naturale. Forse non abbastanza chiara per paesi come l’Italia, che evidentemente reputano ancora una nicchia questo settore, valutando un aumento rispetto ad un taglio dell’aliquota sulle plusvalenze.
Tuttavia, nella discussione in essere non si parla solamente di TASSE, ma anche di maggiori norme di sicurezza.
Ogni piattaforma dovrà infatti specificare le caratteristiche tecniche e operative dei token listati, comprese volatilità, meccanismi di emissione e presenza di eventuali emittenti. A questa novità si affianca un altro passaggio cruciale: l’introduzione di un quadro anti insider trading che impedirà a fondatori ed emittenti di sfruttare informazioni sensibili per trarne un guadagno personale.
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