Gli ETF Spot Ethereum possiedono il 5% della supply circolante
Di Daniele Corno
In poco più di un anno, gli ETF Spot Ethereum hanno accumulato ben 6.3 milioni di ETH, pari al 5% della supply circolante

Nelle tasche il 5% dell'offerta
È passato poco più di un anno da quando, sul mercato, dopo pochi mesi dal lancio degli ETF Spot Bitcoin, sul mercato debuttarono – grazie all’approvazione della SEC – gli ETF Spot su Ethereum.
Per la seconda criptovaluta più capitalizzata, questi prodotti sono passati in sordina per parecchi mesi, per poi avviare una corsa da record dalla fine del mese di giugno.
Spinti dalla narrativa, gli investitori in ETF hanno seguito la direzione intrapresa da numerose società quotate, creando così un enorme pressione di acquisto su ETH. Basti pensare a nomi come Bitmine, che in poco più di un mese ha accumulato oltre $6.5 miliardi di dollari.
La pressione sugli ETF è stata altresì presente. Basti infatti pensare che, solamente a fine giugno, il valore di AUM fosse di circa $10 miliardi. Ad oggi, circa 50 giorni dopo, quel valore si è quasi triplicato. Gli ETF Spot ETH infatti, custodiscono ora oltre $28 miliardi di dollari, un valore che rappresenta ben 6.5 milioni di ETH, pari al 5% dell’offerta circolante.
Il prezzo potrebbe sorprendere?
Poco più di 365 giorni per accumulare il 5% dell’offerta, mentre, dall’altro lato, Bitmine in meno di 60 giorni ha accumulato da sola, l’1.5% dell’offerta.
Il dato, non solo è rilevante, ma rispetto ad un paragone con Bitcoin, è ben più che impattante. Su BTC infatti, benchè numerose unità siano custodite in indirizzi inattivi da anni, non c’è un reale USE Case di utilizzo sugli asset circolanti.
Dall’altra parte invece, per Ethereum le cose cambiano. Stando infatti ai dati di StakinRewards, il 30% degli ETH in circolazione è depositato in Staking. Benchè questi asset siano disponibili sul mercato – a fronte di un breve periodo per l’unstake – la tendenza è che sempre più ETH saranno dedicati allo staking, rendendo così ancor più importante il 5% dell’offerta gestita dagli ETF e il 3.4% gestito dalle società quotate.
Scarseggiano infine, in un trend decrescente quasi senza sosta, le riserve negli Exchange. Ora sotto quota 18 milioni di unità, le riserve sono calate del -40% negli ultimi 3 anni.
Con un prezzo vicino all’ATH, le dinamiche di domanda su ETH hanno osservato un cambiamento radicale. La domanda quindi rimane una: Questo trend può continuare? Se si, per quanto tempo e quali saranno gli impatti sul prezzo della seconda criptovaluta sul mercato?
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