Goldman Sachs: primo prestito con Bitcoin collaterale
Di Davide Grammatica
Goldman Sachs ha prestato denaro a un mutuatario al quale è stato permesso di utilizzare Bitcoin come collaterale. È la prima volta per una banca tradizionale
L’operazione
Goldman Sachs ha attuato la sua prima operazione di rifinanziamento supportata da Bitcoin. È la prima in assoluto per il suo genere, ed è un passo significativo e ulteriore nel cammino verso l’adozione delle criptovalute, a maggior ragione se si tratta di una grande banca di Wall Street.
Più nello specifico, con “lending facility” si intende un meccanismo utilizzato fornire assistenza finanziaria a banche e altri istituti finanziari, i quali devono però essere accreditati dalla Federal Reserve degli Stati Uniti.
In questo caso, sono stati prestati dei contanti garantiti da Bitcoin di proprietà del mutuatario. Operazione unica nel suo genere, non solo per come è in quanto tale, ma per la struttura e la sua gestione del rischio 24 ore su 24.
Tiffany Galvin, portavoce di Goldman Sachs, ha infatti affermato come la banca abbia prestato denaro a un mutuatario, considerando Bitcoin come garanzia.
Prospettive
L’evento segna l’ennesima operazione da parte di una banca di Wall Street di aprirsi al mondo del mercato crypto. E per la banca, che ha scambiato le sue prime opzioni Bitcoin over-the-counter a marzo, il passaggio segnala l’ingresso in una nuova linea di business, che è attualmente il dominio di aziende più specializzate in criptovalute.
Solo lo scorso 1° aprile, la banca aveva annunciato di voler fornire soluzioni finanziarie legate a BTC alla clientela con patrimonio superiore alla media, mentre Mary Rich, a capo delle risorse digitali globali della banca, ha dichiarato recentemente come Goldman Sachs sia disponibile a offrire possibilità di investimento nell’area delle risorse digitali entro la fine del trimestre.
L’idea era già emersa lo scorso 2021, e Goldman Sachs aveva enfatizzato la visione e l’interesse nell’usare Bitcoin come garanzia per i prestiti istituzionali. La banca ha quindi pianificato di lavorare con agenti di terze parti, per assistere i mutuatari nella vendita dei titoli.