Il mining di Bitcoin torna in Cina: hashrate al 14% del network
Di Daniele Corno
Nonostante il divieto del 2021, la Cina risale al 14% dell’hashrate globale: energia a basso costo spinge il mining in oriente
La Cina torna al terzo posto nel mining di Bitcoin
Il mining di Bitcoin torna con grande forza in Cina, riportando il paese ad essere il terzo principale attore globale nonostante il divieto imposto nel lontano 2021.
Secondo le nuove stime raccolte da Reuters e Hashrate Index, la Cina deterrebbe ad oggi oltre il 14% dell’hashrate globale del network Bitcoin, dati che, secondo Crypto Quant sarebbero sottostimati. La società identifica infatti l’hashrate in Cina in percentuali comprese tra il 15 e il 20%.
Secondo quanto riportato, le regioni di Xinjiang e il Sichuan giocano un ruolo cruciale nel ritorno in auge del mining in Cina. In queste regioni infatti, l’elettricità abbondante e poco costosa giocano un ruolo cruciale, con importante abbondanza di energia che viene riposta in attività di mining.
Questa combinazione sta riportando nel Paese un numero crescente di operatori, alcuni dei quali erano usciti dal mercato nel 2021. Parallelamente, produttori locali come Canaan stanno registrando un forte aumento delle vendite interne, alimentando una ripresa che, per molti analisti, rischia di essere molto più ampia di quanto le statistiche ufficiali possano mostrare.
Fase critica per il mining?
Mentre l’hashrate cinese risale, la redditività del mining globale tocca uno dei punti più critici dell’anno, complice l’attuale price action di BTC.
L’hashprice, sceso a un nuovo minimo di 34 $/PH/s, segnala condizioni di mercato estremamente ostili. Il calo del prezzo limita il valore delle ricompense, mentre la difficoltà, ancora quasi ai massimi, impedisce ai miner meno efficienti di competere.
L’impatto pesa anche in seguito ad una diminuzione dell’attività on-chain, con una conseguente diminuzione delle fees pagate ai miner.
Il recente calo del -30% di BTC dai suoi massimi storici, correlato ad un hashrate ancora relativamente vicino ai massimi storici, porta ad una vera compressione dei margini operativi, con molti miner che dovranno, qualora questa condizione perduri nel tempo, gestire al meglio la propria attività e le proprie risorse, salvo incorrere a mancanze importanti di marginalità.
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