Inflazione Usa: i dati CPI di dicembre, una sfida per Bitcoin
Di Davide Grammatica
L’attesa per i dati CPI e Core CPI Usa riferiti al mese di novembre ha creato grandi movimenti del mercato: cosa cambia ora per Bitcoin?
I primi dati CPI post-100k
I dati sull’inflazione americana continuano ad essere un criterio fondamentale da cui partire per analizzare i mercati, soprattutto quello crypto. Non a caso, anche questa volta, i movimenti di BTC hanno svelato un aumento della volatilità dell’asset, anche a causa dei movimenti degli investitori che cercano di anticipare il mercato.
Secondo gli esperti, i nuovi dati CPI potrebbero nuovamente offrire una possibilità alla Fed di ridurre i tassi di interesse, a favore di asset considerati più “rischiosi” come Bitcoin.
Le previsioni hanno indicato però dati CPI (yoy) in leggero rialzo al 2,7%, mentre per il CPI core si è rimasti stabili al 3,3%.
I dati CPI di dicembre
Con l’avvicinarsi dell’annuncio, la prima criptovaluta ha registrato un forte movimento in rialzo verso i $100k, livello cruciale e delicato in primo luogo per le numerose posizioni in leva che creano le condizioni per liquidazioni e brusche correzioni del prezzo.
Il trend è comunque determinato da fattori più rilevanti della semplice speculazione dei trader, a partire dall’ottimismo generato dalle novità provenienti dagli Usa lato normativo. Le nuove nomine di Trump sembrano creare le condizioni per un rialzo ancora sostenuto, ma i dati macro rappresentano un fattore chiave nei movimenti a breve termine.
I dati appena pubblicati hanno rispettato le aspettative in tutto e per tutto:
CPI (yoy): +2,7%
CPI Core (yoy): +3,3%
Occorrerà ora vedere come si comporteranno gli investitori, in un contesto in cui a farla da padroni sembrano ancora essere i “Trump trade” e la FOMO di una community convinta di poter registrare ancora nuovi ATH sopra i $100mila.
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