Rick & Morty riapre il dibattito su influencer e NFT
Di Davide Grammatica
Vari influencer sono stati accusati di pratiche sleali nella distribuzione di Art Gobblers, il progetto NFT del co-creatore di Rick & Morty Justin Roiland, che ha visto le vendite andare alle stelle
Gli influencer nel mercato NFT
Art Gobblers, il progetto NFT del co-creatore di Rick & Morty Justin Roiland, è stato lanciato nelle ultime ore. La collezione ha visto le vendite andare alle stelle, ma vari influencer sono stati accusati di pratiche sleali, soprattutto in merito ad alcuni metodi di distribuzione.
Questi avrebbero approfittato di “minting” gratuiti di NFT, concessi proprio per aumentare la visibilità della collezione. Tuttavia, le polemiche hanno finito per mettere in cattiva luce l’intero settore.
Art Gobblers è un progetto NFT basato su Ethereum, realizzato da Roiland e dalla società di investimento Paradigm, e solo in poche ore ha già generato volumi per 26 milioni di dollari sul secondary market.
Ma le discussioni si sono focalizzate su un altro aspetto, ovvero quello del ruolo di importanti influencer sui social media, e sul fatto che questi siano stati compensati con NFT gratuiti, alimentando un sistema che non avrebbe consentito una corretta divulgazione.
Art Gobblers ha infatti lanciato 1.700 NFT artwork che potevano essere mintati gratuitamente da chiunque fosse stato aggiunto a una lista privata. Subito dopo, gli NFT hanno iniziato a essere venduti per somme significative attraverso i secondary market, con l’NFT più economico disponibile che si è quotato intorno ai 14,5 ETH, circa 23mila dollari. Un altro è stato invece venduto lunedì sera per un valore di quasi 138mila dollari.
Twitter si è quindi infuocato, con tweet virali che hanno condiviso elenchi di importanti influencer e content creator, capaci di aver mintato i vari NFT. E la reazione è stata negativa, con molti utenti che hanno denunciato i vantaggi enormi ottenuti da queste personalità.
Tra queste, il co-fondatore di Rug Radio Farokh Sarmad, il collezionista Fxnction, il co-fondatore di Devotion Andrew Wang e l’influencer Zeneca.
Le accuse contro l’industria NFT
Il rischio come hanno sottolineato molti utenti, è che “il settore NFT non venga più preso sul serio”, a causa di dinamiche come accordi pay-for-play per pubblicizzare il progetto in cambio di uno slot nella lista consentita, senza chiare informazioni condivise in tal senso.
E non è certo la prima volta, visto che spesso, quando un progetto NFT viene lanciato e i prezzi aumentano, gli infuencer vengono sempre individuati e sorvegliati in vista di un pump-and-dump. Per controllare, in altre parole, che questi non sfruttino la propria influenza per beneficiare personalmente dei progetti a scapito della filosofia WAGMI (“we all gonna make it”). Cosa che, sistematicamente, continua a succedere.