Read this article in English
Iran vs Israele fa CROLLARE Bitcoin: cosa succede ORA?
Di Davide Grammatica
Le rinnovate tensioni tra Iran e Israele hanno provocato una forte correzione dei mercati e di Bitcoin: cosa può succedere adesso?
Bitcoin in mezzo alle tensioni geopolitiche
Il recente inasprimento del conflitto tra Israele e Libano è sfociato, in questi giorni, in una forte risposta da parte dell’Iran, ora direttamente coinvolto in una guerra che assume dimensioni sempre più grandi in Medio Oriente.
Tralasciando varie (seppur fondamentali) implicazioni geopolitiche e le cause del conflitto, tutta la vicenda assume rilevanza anche in rapporto all’andamento dei mercati globali, che infatti registrano correzioni su tutti i fronti.
Succede lo stesso, conseguentemente, anche a Bitcoin, che infatti segna un -4% in 24 ore dopo una settimana particolarmente rialzista e rischia di tornare a difendere il livello dei $60mila.
Dopo il miglior settembre della storia di BTC, il celebre “uptober” inizia quindi nel peggiore dei modi, con il rischio di condizionare anche l’andamento del settore altcoin.
Sulla correlazione del crollo improvviso e l’attacco iraniano rimangono alcune riserve, ma è comunque difficile immaginare che il dump dipenda esclusivamente da fattori tecnici. Il rinnovato test dei $65k era aspettato da molti analisti, e in questo momento non sembrano essere in discussione le previsioni delle scorse settimane, ma se il conflitto in corso dovesse assumere dimensioni ancora più grandi questo non potrà che influire negativamente sull’asset.
Wars are breaking out.
Some scholars say we are on the "brink of World War 3."
When Russia invaded Ukraine, the S&P 500 fell -11% in 3 MONTHS.
Today, oil prices are up 5% on Middle East tensions.
So, what happens to the stock market during times of war?
(a thread)
— The Kobeissi Letter (@KobeissiLetter) October 1, 2024
La reazione dei mercati
Se il mercato crypto è già di per sé molto sensibile alla volatilità, le “voci di guerra” provenienti da est non fanno che peggiorare la situazione. Ma la stessa situazione la vivono i mercati globali.
Negli anni scorsi, per esempio, l’S&P 500 era sceso dell’11% in tre mesi successivamente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia (per poi riprendersi alla grande nel 2023). Ed è per questo che la “paura” degli investitori non è da sottovalutare.
Della situazione sembrano approfittarne ora solo in pochi (come i prezzi del petrolio o di alcune materie prime) e nel breve termine è noto che, a seguito dello scoppio di un conflitto, i mercati soffrano in generale.
È vero allo stesso modo, tuttavia, che la risposta rialzista dei mercati può spesso essere più intensa proprio una volta assorbito il dump iniziale. Lo insegna l’S&P 500 a seguito della WWII, ma in piccolo anche i vari conflitti che hanno segnato la storia degli anni recenti.
Seguici sui nostri canali YouTube e Telegram: troverai tanti altri aggiornamenti, tutorial e approfondimenti per essere sempre sul pezzo!