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JPMorgan: “Treasury tokenizzati sostituiranno le stablecoin”
Di Davide Grammatica
Per JPMorgan, il mercato dei Treasury tokenizzati potrebbe superare addirittura quello delle stablecoin, a meno di restrizioni normative
JPM e la tokenizzazione dei titoli di stato Usa
Secondo il colosso finanziario JPMorgan, il mercato dei titoli di stato Usa tokenizzati potrebbe presto valere più di quello delle stablecoin, mettendone in discussione il dominio nel settore degli asset di questa natura (tra gli asset “tokenizzati” rientrano, per JPM, le stesse stable).
Le ragioni di questa visione affondano le loro radici nei dati degli ultimi tempi. Solo nell’ultimo anno, infatti, il mercato dei Treasury tokenizzati si è espanso fino a toccare i $2,4 miliardi, in rapida crescita e con un ritmo più elevato rispetto alle stablecoin (oggi a 180 miliardi di capitalizzazione).
Gli analisti di JPM, come si intende nel loro report condiviso da The Block, precisano che questi titoli di stato non avranno mai la capacità di sostituire completamente le stablecoin, ma di certo avranno la possibilità di sfidarne il predominio.
La sfida aperta alle stable
Lo svantaggio delle stable sarebbe rappresentato dall’impossibilità degli emittenti di condividere i rendimenti delle loro riserve con gli utenti. Ovviamente, in caso contrario queste verrebbero subito classificate come beni finanziari, ed è per questo che un loro limite assume un carattere normativo.
Al contrario, i Treasury tokenizzati consentono di ottenere dei rendimenti senza particolari rischi collaterali, lasciando agli utenti la piena custodia dei propri fondi.
Il limite di questi asset è sempre di natura normativa, ma in relazione all’adozione. Questi sono infatti, per ora, negli Usa, offerti solo a investitori accreditati, e il mercato non è ancora aperto a un pubblico retail. L’entry level di BUIDL, il fondo tokenizzato di BlackRock, per esempio, è di 5 milioni.
Nonostante tutto, questi potrebbero comunque rappresentare un’alternativa significativa in aree come il trading di derivati (BUIDL è già stato proposto come garanzia su vari cex), nonché sostituire le stable nelle tesorerie di vari protocolli DeFi.
Ovviamente, stimare la quantità di denaro inutilizzato può essere molto difficile. “Di conseguenza, i titoli di stato tokenizzati alla fine potrebbero sostituire solo una frazione dell’universo delle stablecoin“, hanno sottolineato gli analisti.
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