Maxi multa per Kim Kardashian: stop agli sponsor crypto
Di Davide Grammatica
Kim Kardashian è stata multata dalla SEC per 1,26 milioni, a causa del classico "pump and dump" di criptovalute. È la fine degli endorsement delle celebrities per le crypto?
SEC vs Kardashian
Kim Kardashian ha accettato di pagare una multa di 1,26 milioni di dollari per aver pubblicizzato una criptovaluta sulla sua pagina Instagram. Era stata la SEC, infatti, ad aver accusato l’influencer di aver ricevuto 250mila dollari per aver pubblicizzato la crypto, senza però rivelare di essere stata pagata per farlo.
Risultato: bloccate le promozioni crypto per tre anni. Da ora, probabilmente, anche tutti gli altri influencer ci penseranno due volte prima di sponsorizzare un progetto crypto.
La Kardashian, secondo il suo avvocato, avrebbe “collaborato pienamente con la SEC sin dall’inizio”, e ha voluto lasciarsi alle spalle questa questione per evitare una disputa prolungata.
La celebrity era stata citata in giudizio insieme ad altri personaggi dell’entertainment, come il pugile Floyd Mayweather Jr e il giocatore di basket Paul Pierce, e tutti per aver collaborato al fine di “promuovere e vendere in modo ingannevole” una criptovaluta in uno schema “pump and dump”, progettato per gonfiare il prezzo prima di venderlo agli investitori.
Con uno scarso valore intrinseco dell’asset, del resto, il marketing è fondamentale. E, come in molti settori moderni, le celebrità possono essere un punto di riferimento.
L’intervento di Gensler
Gary Gensler, che presiede la SEC, ha definito il caso Kardashian un “promemoria”. In riferimento al fatto che l’approvazione di personaggi famosi non necessariamente rende un prodotto valido per un investimento.
“Il caso della Kardashian serve anche a ricordare alle celebrities e ad altri che la legge richiede loro di rivelare al pubblico quando e quanto vengono pagati per promuovere l’investimento in titoli”, ha dichiarato Gensler. “Per quanto un personaggio sia famoso, questo non potrà mai essere la garanzia di un prodotto legittimo“.