Legge di Bilancio: si va verso lo STOP aliquota 33% sulle crypto?
Di Davide Grammatica
Spieghiamo i nuovi emendamenti alla Legge di Bilancio, che potrebbero ridimensionare l’aumento dell’aliquota sulle plusvalenze derivate da attività crypto
Verso un ripensamento della tassazione crypto
Da tempo sappiamo che la nuova Legge di Bilancio promette di imporre, dal prossimo anno, una nuova aliquota del 33% sulle plusvalenze derivate da criptovalute. Si modificherebbe così il quadro fiscale in un settore sempre più rilevante, che però andrebbe anche a compromettere (secondo diversi esperi del settore) l’armonizzazione della disciplina fiscale in un contesto in cui sulle attività finanziare pesa una tassazione al 26%.
Gli interventi di alcuni parlamentari sembrano nascere da questa constatazione. Nello specifico, gli emendamenti presentati a inizio settimana dalla maggioranza di governo (FdI, FI e Lega), a firma dei deputati Pellegrino, Lotito e Garavaglia, e dal M5s, a firma Pirro.
Le modifiche, contenute in sette diverse proposte parlamentari, puntano a modificare improvvisamente e radicalmente il trattamento fiscale delle criptovalute, introducendo la rivalutazione annuale, neutralità per alcune stablecoin euro-backed e compensazione tra strumenti finanziari e cripto-asset.
In particolare, si chiede una modifica importante dell’articolo 13 della Legge, in cui si richiede l’eliminazione dell’aumento dell’aliquota sulle plusvalenze al 33%, la possibilità di una rivalutazione annuale del patrimonio in cripto-asset, la compensazione tra plusvalenze/minusvalenze derivanti da cripto-attività, la neutralità fiscale per le stablecoin denominate in euro (EMT).
Gli emendamenti hanno quindi l’obiettivo di offrire scenari potenzialmente più favorevoli per gli investitori italiani, a partire da aliquote ridotte.

Analisi degli emendamenti principali (e visioni di partito)
La maggioranza di governo sembra, in parte, voler tornare sui propri passi. E questo è palese soprattutto negli emendamenti a firma Lotito/Pellegrino, che introducono una rivalutazione annuale (e non una tantum) delle crypto, la “neutralità fiscale” per le stablecoin in euro e un’aliquota fissa al 26%. Dal M5s giunge il proposito di istituire un “Tavolo permanente di vigilanza sulle cripto-attività”, e in generale sembra comune la volontà di “favorire” in qualche modo la conversione in stablecoin in euro (EURC e simili).
Il panorama fiscale delle criptovalute in Italia potrebbe quindi subire un cambio di marcia significativo. Da possibili “penalizzazioni”, si potrebbe passare a un regime più flessibile (come auspicato in tutti questi mesi dalla community), ma la strada è ancora incerta e occorre prepararsi con attenzione.
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