L’OCSE avvia una consultazione sul mondo crypto
Di Davide Grammatica
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha avviato un programma per la ricerca di proposte su nuove norme fiscali sulle crypto
Una nuova normativa internazionale
L’OCSE ha pubblicato un documento di consultazione relativo a un nuovo quadro normativo globale per la trasparenza fiscale, che prevede la segnalazione e lo scambio di informazioni in relazione alle criptovalute. Lo scopo della consultazione è informare i decisori politici sulla possibile adozione di tale quadro, e delle relative componenti di progettazione.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che è l’assemblea consultiva internazionale con lo scopo del coordinamento delle politiche economiche, è stata incaricata dal G20 di sviluppare questo quadro normativo, per la condivisione delle informazioni tra i fornitori di criptovalute in diverse giurisdizioni.
L’organo ha quindi diffuso una bozza della prima parte del CARF (Crypto Asset Reporting Framework), ovvero una proposta votata alla designazione dei nuovi standard per la raccolta e lo scambio di informazioni relative alle transazioni in criptovaluta. A loro volta da inquadrare nel contesto delle nuove regolamentazioni in merito alla dichiarazione fiscale.
Questa prima bozza, che contiene per ora solo regole e commenti associati, ha il proposito di diventare l’insieme di tutte le raccomandazioni da proporre a vari paesi membri per le riforme nella loro politica interna. Sia per quanto riguarda gli accordi da definire per la condivisione dei dati sulle transazioni crypto, sia per inquadrare le soluzioni tecniche da adottare per questo scopo.
Le conseguenze
Il primo effetto sarà quindi quello di una modifica al Common Reporting Standard (CRS), che fino ad ora è stato lo strumento adottato per lo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari a livello globale. Col fine, vien da sé, di combattere l’evasione fiscale. Le modifiche, in questo senso, dovranno consentire le stesse procedure attuate finora, ma facilitando l’interazione tra le diverse giurisdizioni fiscali coprendo anche l’utilizzo delle criptovalute.
Nell’ambito del CARF, saranno quindi soggette a comunicazione tutte le transazioni riguardanti trasferimenti da criptovaluta a fiat, da crypto a crypto, e pagamenti al dettaglio. E i fornitori di servizi crypto, conseguentemente, saranno responsabili dell’identificazione dei propri utenti, dell’adattamento alle giurisdizioni fiscali pertinenti, e della raccolta delle informazioni necessarie per gli standard fiscali di queste ultime.
Oltretutto, la nuova bozza normativa si propone di andare molto a fondo nella regolamentazione degli asset digitali, richiedendo specifiche molto dettagliate. Come il “tipo” di asset digitale o il valore equo di mercato aggregato rispetto ad altri asset.
Tuttavia, il documento è ancora una bozza iniziale, ed è per questo che tutte le raccomandazioni sono ancora al vaglio di una discussione con tutti i principali attori del mercato. I punti chiave da affrontare sono molti, e riguardano le tante categorie in cui suddividere, per esempio, i redditi derivati dal mining, dallo staking, o ancora dagli airdrop. Sarà quindi lo stesso settore crypto a rispondere sulla possibilità di soddisfare questi nuovi standard di rendicontazione. E l’appuntamento, per scoprire il risultato di queste consultazioni, è previsto per fine maggio.