Mastercard: non è ancora il tempo per le CBDC
Di Davide Grammatica
Nonostante Mastercard stia spingendo fortemente nello sviluppo delle CBDC, ha ammesso come il mondo non sia ancora pronto per l’adozione (o ne necessiti)
Mastercard e il futuro delle CBDC
Il colosso dei pagamenti Mastercard è da tempo impegnato nello sviluppo delle CBDC (central bank digital currencies), tanto da aver portato avanti negli anni diversi progetti in collaborazione con realtà come Ripple, Fireblocks e Consensys.
Tuttavia, un ostacolo fondamentale alla loro adozione sarebbe stato individuato dalla stessa società, e consisterebbe nell’agio che la gente prova nell’utilizzo della valuta tradizionale. In altre parole, servirebbe una motivazione più importante per far sì che vengano adottate.
“La parte difficile è l’adozione”, ha dichiarato Ashok Venkateshwaran, responsabile blockchain e risorse digitali di Mastercard per l’Asia-Pacifico, a margine del festival FinTech di Singapore. “Se hai CBDC nel tuo portafoglio, dovresti avere la possibilità di spenderla dove vuoi, in modo molto simile a quanto fanno i contanti oggi”.
Mastercard, da questo punto di vista, rimane vigile rispetto agli sviluppi delle CBDC per mano delle varie nazioni che esplorano la tecnologia, e il programma in comune con Ripple, Fireblocks e Consensys consiste nell’incoraggiare collateralmente i rapporti tra i più grandi player del mercato per ritagliarsi già ora una grande fetta del mercato.
CBDC: a che punto siamo
Secondo l’Atlantic Council, ben 130 paesi, che partecipano al 98% del prodotto interno lordo globale, starebbero esplorando le CBDC. Nel maggio 2020 erano solo 35, mentre ora oltre agli interessati abbiamo già 11 paesi ad averne introdotta una.
Nonostante ciò, però, per Mastercard risulterebbe “difficile” giustificare uno sforzo così importante in questa direzione, visto che le infrastrutture necessarie “richiedono molto tempo e impegno in una parte di uno stato”.
Uno degli ultimi paesi con cui la società ha avuto a che fare è Hong Kong, con cui ha concluso un progetto pilota su CBDC e RWA, inglobando quindi nella discussione non solo una nuova valuta, ma un nuovo modo di utilizzare il Web3 in rapporto a pagamenti, finanziamenti e regolamenti.
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