Bitcoin mining: l’Italia è il paese in cui è più costoso
Di Davide Grammatica
L’Italia registra un nuovo record, quello del paese meno conveniente in cui fare mining di Bitcoin. In Libano è 783 volte più conveniente
Mining: record italiano
CoinGecko ha pubblicato recentemente un report in cui si analizza il grado di “convenienza” del mining rispetto a 65 diversi paesi, basandosi sul criterio esclusivo del costo dell’elettricità a livello domestico.
Ne sono usciti dati interessanti, e soprattutto per noi italiani, in quanto proprio l’Italia guida la classifica. Purtroppo, però, quella che misura i costi più alti.
Di 65 paesi, 34 sono in Asia, mentre l’Europa ne conta solo cinque. Ad oggi, il costo medio dell’elettricità “domestica” per estrarre 1 BTC è di 46.291 dollari, il 40% circa in più del prezzo dell’asset in questi giorni. E per l’Italia il prezzo arriverebbe a toccare addirittura i 208.560 dollari, praticamente 8-9 Bitcoin.
L’altra faccia della medaglia è invece rappresentata dal Libano, con tariffe che permetterebbero ai cittadini del paese di generare un Bitcoin per soli 266 dollari, ovvero in maniera 783 volte più conveniente rispetto all’Italia.
Segue l’Iran, con 532 dollari, che tuttavia non ha ancora reso legali le operazioni relative al mining, essendo queste un ostacolo per la stabilizzazione della rete energetica del paese, soprattutto durante gli inverni. Giusto a gennaio scorso, infatti, circa 150mila apparecchiature per il mining sono state sequestrate dalle autorità.
Un report da interpretare
Del rapporto ne ha parlato, inoltre, anche Changpeng Zhao, ceo di Binance. E in primo luogo sottolineando, insieme alla community, come la ricerca offra uno sguardo solo parziale sul grande tema del mining.
In primo luogo, l’indagine parla di mining Bitcoin “fai da te”, che pur con macchine di ultima generazione si relaziona un prezzo energetico privato e domestico (non industriale, quindi).
Non considera poi aspetti di “fattibilità” e logistica dipendenti da fattori politici o squisitamente industriali. Ma conserva, nonostante ciò, secondo CZ, comunque “dati rilevanti per quanto riguarda nuove opportunità di mercato”.
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