Nepal vs crypto

Il governo del Nepal, di recente, ha ordinato ai fornitori dei servizi Internet nel paese di bloccare i siti web legati correlati al mondo crypto, impedendo, di fatto, qualsiasi attività legata alle criptovalute.

Non è la prima volta che le autorità nepalesi si dimostrano ostili rispetto al mondo crypto, ma in questo caso hanno mirato direttamente a bloccarne le attività.

In questo senso, in una notifica dell’8 gennaio, l’autorità per le telecomunicazioni del Nepal ha ordinato a tutti i fornitori di servizi Internet (ISP) di impedire l’operatività e la gestione di “siti web, app o reti online” legati alle criptovalute.

Nel settembre 2021, la banca centrale della nazione aveva già vietato, in verità, qualsiasi forma di crypto-attività, inclusi il trading e il mining.

Nell’aprile 2022, invece, l’autorità per le telecomunicazioni del Nepal ha chiesto agli stessi cittadini di collaborare per acquisire informazioni su chiunque partecipasse ad attività illegali (includendo, tra queste, anche quelle “crypto”).

L’ultima avvertenza minaccia, invece, azioni legali contro ISP e fornitori di servizi di posta elettronica, se qualsiasi attività correlata al mondo crypto si svolgesse sulle loro piattaforme.

La notifica afferma che le transazioni in valuta virtuale illegali nella nazione sarebbero “in aumento negli ultimi giorni”, tanto che, nonostante il divieto, il Nepal si è classificato al 16° posto nel Global Crypto Adoption Index 2022 di Chainalysis, davanti a nazioni come Regno Unito e Indonesia.

Il Nepal, secondo un rapporto della Library of Congress, è uno dei nove paesi insieme a Cina, Algeria, Bangladesh, Egitto, Iraq, Marocco, Qatar e Tunisia ad aver istituito un divieto assoluto sulle criptovalute.

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