Il “wash trading” nel mercato NFT gonfia i prezzi?
Di Giorgia Galdi
CryptoSlam ha esaminato i dati blockchain tra l'11 gennaio e il 19 gennaio di Meebits e ha scoperto che degli oltre 2 miliardi di dollari scambiati, il 94% è rappresentato dal wash trading.
Il successo degli NFT
Gli NFT sono stati uno dei maggiori trend in voga nel settore delle criptovalute del 2021. Per i pochissimi rimasti a non conoscere ancora gli NFT, si tratta degli ormai famosi Non Fungible Token, ovvero token unici o a tiratura limitata che possono rappresentare i più disparati oggetti nel mondo dell’arte digitale, delle certificazioni e molto altro. Se sei interessato a scoprirne di più, abbiamo approfondito adeguatamente l’argomento in questo articolo.
Gli NFT in genere conferiscono al titolare la proprietà dei dati o dei media a cui è associato il token e sono comunemente acquistati e venduti su mercati specializzati, piattaforme come OpenSea o LooksRare.
La popolarità degli NFT è salita alle stelle nel 2021. Personaggi famosi, artisti, sportivi: tutti hanno parlato di NFT e hanno partecipato a questo mercato da milioni e milioni di dollari, alcuni addirittura decidendo di sostituire l’immagine profilo sui social con il proprio NFT, dando vita ad un movimento di identificazione digitale tuttora molto di moda.
Chainalysis ha tracciato un valore minimo di 44,2 miliardi di dollari di criptovalute inviate ai contratti ERC-721 ed ERC-1155, i due smart contract di Ethereum associati ai mercati e alle raccolte NFT, rispetto a soli 106 milioni di dollari nel 2020.
Il wash trading
Mentre i volumi di vendita sui mercati NFT prosperano, i nuovi dati mostrano che gran parte di questo deriva dalla manipolazione delle vendite, dipingendo l’intero settore sotto una luce diversa.
Il wash trading, pratica illecita che non nasce con gli NFT, ma con il mercato finanziario tradizionale, viene definito come una serie di azioni di compra-vendita apparentemente nella norma, ma in realtà portate avanti da un singolo individuo con lo scopo di manipolare le vendite e raggiungere guadagni illeciti.
Nuovi dati suggeriscono che, in particolare nel mercato LooksRare, la maggior parte di questo proviene dal wash trading. Questo è importante per determinare il valore del mercato sul lungo periodo, in quanto i prezzi vengono inevitabilmente manipolati e i volumi gonfiati.
Il sito di analisi NFT CryptoSlam ha esaminato i dati blockchain, che come ben sappiamo è pubblica e consultabile da tutti in qualsiasi momento, tra l’11 gennaio e il 19 gennaio di Meebits – una delle raccolte NFT più popolari sul mercato leader LooksRare – scoprendo che degli oltre 2 miliardi di dollari scambiati, il 94% è stato rappresentato da wash trading.
In un rapporto del 2 febbraio, la società di analisi blockchain Chainalysis ha rintracciato 262 trader e ha scoperto che 110 hanno realizzato un profitto combinato di quasi 9 milioni di dollari, con perdite contenute.
I trader avevano tutti venduto un NFT a un conto autofinanziato più di 25 volte e i profitti o le perdite sono stati calcolati deducendo le commissioni del gas dall’importo guadagnato dalla vendita finale a trader ignari.
LooksRare ha affermato che esistono misure di sicurezza per impedire che si verifichi il wash trading, sebbene i dati di CryptoSlam mostrino che si sta ancora verificando.
Il report di Chainalysis
Il report citato si riferisce in parte anche all’attività di riciclaggio di denaro.
Esso è stato a lungo un problema nel mondo delle belle arti e la ragione di ciò è facilmente intuibile. Come sottolinea un articolo del 2019 della National Law Review, le opere d’arte come i dipinti sono facili da spostare, hanno prezzi relativamente soggettivi e possono offrire determinati vantaggi fiscali. I criminali possono quindi acquistare opere d’arte con fondi guadagnati illegalmente e venderli in un secondo momento, guadagnando denaro apparentemente pulito e senza alcun collegamento con l’attività criminale originale.
Questo background, insieme allo “pseudonimato” tipico delle criptovalute, fa sì che molti si chiedano se gli NFT siano vulnerabili a comportamenti simili. Ma mentre il riciclaggio di denaro nell’arte fisica è difficile da quantificare, si possono invece fare stime più affidabili grazie alla trasparenza della blockchain.
Il valore inviato ai mercati NFT da indirizzi illeciti è aumentato in modo significativo nel terzo trimestre del 2021, superando il milione di dollari in criptovalute. La cifra è cresciuta di nuovo nel quarto trimestre, arrivando a poco meno di 1,4 milioni di dollari. In entrambi i trimestri, la stragrande maggioranza di questa attività proveniva da indirizzi associati a truffe che inviavano fondi ai mercati NFT per effettuare acquisti.
Tutti i grafici e le stime precise vengono riportate nell’articolo che riassume l’analisi condotta sul tema del riciclaggio.
Quindi è tutta una truffa?
Ovviamente la risposta è no, ma spesso nel mondo delle criptovalute ci troviamo di fronte ad estremismi portati avanti sulla base di alcune notizie che, seppur vere, non rappresentano la totalità di tutto il panorama crypto e dintorni.
Stesso discorso vale per gli NFT e l’arte digitale. Tuttavia, rappresentano un grande rischio per costruire la fiducia in questo settore nascente. Attività come il wash trading e illeciti simili potrebbero andare a manipolare il mercato nei suoi prezzi e volumi sul lungo periodo, oltre a farci porre alcune questioni etiche importanti prima di decidere di investirci noi stessi.