Il regolatore della privacy UK lancia l’allarme su Worldcoin
Di Davide Grammatica
L'Information Commissioner's Office (ICO), regolatore della privacy in UK, ha intrapreso un’indagine su Worldcoin, a tutela dei dati sensibili degli utenti
Worldcoin e il problema della privacy
L’ente di tutela della privacy britannica, l’Information Commissioner’s Office (ICO), ha lanciato nelle ultime ore un’allarme su Worldcoin, in relazione alla raccolta dei dati biometrici del progetto e a tutela degli utenti.
Neanche il tempo di sbarcare sul mercato, insomma, che per Worldcoin iniziano già i problemi, con le autorità di regolamentazione che cercano di entrare nel merito delle elaborazioni di dati “ad alto rischio” del progetto, la componente chiave di tutte le operazioni del soggetto in questione.
La new entry crypto ha raccolto molta attenzione per via di uno dei suoi co-fondatori, il prodigio dell’AI Sam Altman, e mira a offrire “passaporti digitali” a milioni di persone scansionando le loro iridi. Tuttavia, questa dinamica ha fatto emergere molti dubbi nella community, come il fatto di esporre alcuni dati sensibili degli utenti.
Secondo l’ICO, le operazioni di Worldcoin dovrebbero essere a monte “consensuali e gratuite”, con la possibilità per chi volesse esporsi di ritirarsi dal progetto senza conseguenze dannose per la propria privacy.
Nel caso Worldcoin non dovesse rispettare determinati standard imposti dall’ICO, questa potrebbe emettere multe fino a 17,5 milioni di sterline o, in alternativa, fino al 4% del fatturato dell’azienda. Ad aprile, per esempio, ha imposto una multa di 12,7 milioni di sterline a TikTok, per violazioni dei dati di utenti minorenni.
Ad ogni modo, il lancio di Worldcoin prosegue in tutto il mondo, e anche in UK. E gli Orbs, i dispositivi hardware che scansionano l’occhio di un utente in cambio di un World ID, sono già in tre sedi londinesi.
Il nuovo progetto di Altman, in relazione ai commenti dell’ICO, ha già espresso tramite il sito ufficiale come sia “pienamente conforme a tutte le leggi e i regolamenti che regolano la raccolta e il trasferimento di dati biometrici, incluso il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) europeo“. Tuttavia, il caso si potrebbe complicare proprio per il fatto che il GDPR non sarebbe più applicabile in UK a seguito della Brexit.
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