Rep. Ceca: ministro giustizia si dimette per “colpa” di Bitcoin
Di Davide Grammatica
Il Ministro della Giustizia ceco Pavel Blažek si è dimesso a seguito di uno scandalo che riguarda una “donazione” di $40 milioni in Bitcoin

Uno strano caso di BTC sequestrati in Rep. Ceca
Di Repubblica Ceca ne avevamo parlato in merito all’iniziativa della banca centrale in merito all’istituzione di una riserva “nazionale” di Bitcoin.
Questa volta Bitcoin è sempre il protagonista, coinvolgendo il Ministro della Giustizia ceco Pavel Blažek in una storia che mette in luce diversi rischi sulla gestione dei fondi in criptovaluta sequestrati dalle autorità.
La vicenda riguarda Tomáš Jiřikovský, ex gestore della piattaforma illegale del deepweb Sheep Marketplace. Attivo dal 2013, il portale permetteva il commercio di merci illegali, e i pagamenti avvenivano esclusivamente in BTC (esattamente come avveniva per il più celebre Silk Road).
A dicembre dello stesso anno, Jiřikovský chiuse improvvisamente il sito (dopo un’aumento incredibile del traffico a seguito della chiusura di Silk Road), denunciando il furto dei fondi da parte di un hacker.
Solo in seguito si scoprì che Jiřikovský stesso aveva sottratto circa 841 bitcoin dai fondi degli utenti, ed è stato condannato per appropriazione indebita e altri reati correlati. Dopo aver scontato parte della sua pena, è stato rilasciato nel 2021 per buona condotta.
Il ministro si dimette a causa di BTC
Ma perché ne parliamo adesso? Di recente, Jiřikovský avrebbe donato circa 480 BTC al Ministero della Giustizia ceco, il quale ha accettato di buon grado il regalo senza indagare sull’origine dei fondi. Da parte del ministro, non ci sarebbero stati motivi per dubitare dell’origine dei fondi, ovvero di una possibile provenienza da attività criminali.
Il ministero ha successivamente incassato i BTC, destinando i proventi a progetti nel settore giudiziario. La donazione ha però attirato l’attenzione delle autorità. Le indagini si concentrano su possibili reati di abuso d’ufficio, riciclaggio di denaro e traffico di droga. E parrebbe che i fondi in questione derivino da un secondo marketplace illegale, Nucleus. Per questo motivo, il ministro è stato costretto a dimettersi.
La vicenda ha sollevato questioni etiche sulla gestione di “donazioni” di questo genere, e soprattutto sulla gestione dei fondi in crypto sequestrati o semplicemente “coinvolti” in attività illecite.
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