La Russia lancia l’invasione: la reazione dei mercati
Di Davide Grammatica
La Russia ha dato inizio all’invasione dell’Ucraina, e i mercati azionari sono crollati. Cosa succede al settore crypto?
Le prime conseguenze
Le tensioni geopolitiche stavano già influendo sull’andamento scostante dei mercati ma, dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’avvio di “un’operazione militare speciale” della Russia in Ucraina, questi sono letteralmente crollati.
Il prezzo del petrolio ha superato i 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014, mentre il rublo ha toccato il minimo storico. La moneta si è indebolita del 7% circa sul dollaro e, quando la borsa di Mosca (dopo una sospensione iniziale) ha aperto, la banca centrale ha ordinato il divieto delle vendite allo scoperto e dei mercati OTC (over-the-counter) fino a nuovo avviso.
I principali mercati europei hanno aperto in ribasso tra il 2,5% e il 4%, e gli asset più “sicuri” come i titoli di stato e l’oro sono diventati improvvisamente più appetibili. Quest’ultimo ha registrato un balzo dell’1,7%, raggiungendo il livello più alto dall’inizio di gennaio 2021.
Guardato da un ulteriore punto di vista, il mercato subisce anche le scelte degli investitori alle prese con le prospettive di un ulteriore inasprimento delle politiche della Federal Reserve negli Usa, per combattere l’inflazione. E l’entrata in gioco di un nuovo fattore bellico sarà decisivo per capire se ritardare o stimolare queste operazioni.
Infine, avranno un ruolo importante le nuove sanzioni internazionali nei confronti della Russia. Già in queste ore il governo britannico ha bloccato interrotto i rapporti di affari con banche statali russe, e l’Ue ha annunciato forti prese di posizione, come quella che la Russia venga tagliata fuori dalla rete bancaria Swift.
Il mercato crypto
Per quanto riguarda il mercato delle criptovalute, la sua capitalizzazione globale è scesa a 1,58 bilioni di dollari, il più basso dallo scorso agosto.
Le prime 5 coin nel ranking hanno registrato tutte un calo significativo (ma in linea, tutto sommato, con i mercati azionari), con Bitcoin che è sceso del 5,6% in quasi 2 ore nella notte, ed Ethereum del 7,7%. Le altcoin, d’altra parte, hanno registrato ribassi molto peggiori, superiori al 10%.
Il calo strutturale, come detto, è in linea con i mercati globali, che dovranno affrontare un periodo di riassestamento complicato, figlio delle vicissitudini geopolitiche ed energetiche.
Le criptovalute potrebbero però giocare un ruolo più importante proprio nei territori interessati dal conflitto. Già da oggi le conseguenze sono palpabili, e testate come la BBC hanno testimoniato come a Kiev i cittadini stiano già formando lunghe file per ritirare i propri fondi dalle banche. Michael Chobanian, fondatore dell’exchange ucraino Kuna, intercettato dai giornalisti, ha parlato di “panico finanziario”, e di come gli ucraini vogliano “sbarazzarsi del contante”.
Ma anche per quanto riguarda la Russia, il New York Times suggerisce che il Paese potrebbe rivolgersi proprio alle criptovalute e BTC per sopperire alle sanzioni. E, in questo contesto, è da tenere in considerazione il contributo importante della Russia all’hashrate mondiale del mining di criptovalute.
Tutti questi elementi potrebbero portare agli scenari più vari, ed è difficile fare previsioni che non possano sfociare in speculazioni. Sicuramente, le criptovalute avranno un ruolo chiave in ogni caso, attivo o passivo che sia.