Solana è l’altcoin preferita dalle istituzioni nel 2023
Di Davide Grammatica
Grazie a nuove partnership con diverse istituzioni finanziarie, Solana è una delle poche altcoin ad avere un TVL (importo totale delle attività sulla blockchain) in crescita
Solana guida le altcoin
Secondo quanto racconta CoinShares in un recente report, Solana sarebbe la crypto preferita dalle istituzioni finanziarie, che hanno permesso in questi mesi all’ecosistema di mantenere un TVL (importo totale delle attività sulla blockchain) in crescita.
“È stata osservata pochissima attività nello spazio delle altcoin”, ha dichiarato, nell’analisi, James Butterfill, responsabile della ricerca per CoinShares. “Ma Solana è un’eccezione”.
Effettivamente, il 2023 dei solana registra ben 27 settimane in positivo, con le istituzioni che hanno continuato a “intascare” asset della rete finanche in questi ultimi giorni.
Il motivo è semplice: l’ex “Ethereum killer” per antonomasia ha stretto diverse partnership con istituzioni finanziarie di primo piano, in primis con il colosso Visa, catturando così il favore degli investitori a scapito di ecosistemi che pure hanno più utenti attivi o sviluppatori (come la stessa Ethereum).
I dati di Solana
Secondo DefiLlama, il TVL attuale è anche il più alto registrato dall’inizio dell’anno (circa 338 milioni di dollari), e anche il token SOL non sembra passarsela poi così male, con un +25% negli ultimi sette giorni che cavalca l’inversione del trend di BTC.
Secondo alcuni analisti del mercato, gli afflussi potrebbero essere legati al recente impasse del governo Usa, ma lo stesso Butterfill sottolinea quanto sia difficile fare un’analisi puntuale di tutti i fattori che stanno caratterizzando l’andamento del settore altcoin.
Inoltre, anche i più bullish devono per forza di cose constatare la siderale distanza dei volumi attuali da quelli del recente passato, ovvero 3 miliardi di dollari al giorno contro gli 11 dello scorso anno.
Altro dato rilevante riguarda invece la differenza degli afflussi da stato a stato, con gli Usa che rappresentano una vera e propria “zavorra”: 19 milioni di dollari di deflussi settimanali contro i 17 milioni di afflussi del Canada e i 23 dell’Europa.
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