Stablecoin e Singapore: arrivano le regole
Di Gabriele Brambilla
L'estate non ferma le regolamentazioni crypto: stavolta è il turno di Singapore e delle stablecoin emesse localmente...
Regolamentare le stablecoin
La regolamentazione del settore crypto prosegue in tutto il mondo, concentrandosi soprattutto sulle valute che più la necessitano: le stablecoin.
Tradotto in criptovalute stabili, questo termine indica un gruppo di crypto che seguono fedelmente l’andamento di prezzo di un altro asset, generalmente una valuta fiat come il dollaro americano e l’euro.
Esistono diverse tipologie di stablecoin, ma quelle più diffuse sono backed (ovvero coperte) da delle riserve di valore pari alla quantità emessa. Le principali sono USDT, USDC, BUSD (stablecoin di Binance) e la decentralizzata DAI, del protocollo MakerDAO, le cui riserve sono composte da crypto come Ethereum.
Trattandosi di particolari criptovalute, l’esigenza di regolamentazione si sta facendo sempre più sentire. Queste coin potrebbero infatti essere il perfetto ponte di collegamento fra il mondo crypto e quello tradizionale.
Singapore è sempre stato un Paese amico delle criptomonete; tuttavia, di recente le norme si stanno facendo più restrittive, il che porta alla fuga di alcune realtà del settore che qui avevano scelto di piantare le radici.
La banca centrale della Città-Stato asiatica ha rilasciato un framework che le compagnie dietro alle stablecoin emesse localmente dovranno rispettare. L’idea è di fornire maggior stabilità al comparto e tutelare gli investitori.
Il framework di Singapore sulle stablecoin
Il nuovo framework è pensato per tutte le stablecoin non emesse dagli istituti bancari, peggate al dollaro locale o alle valute dei Paesi del G10. Tra queste, ovviamente presenti dollaro americano, euro e sterlina britannica.
Altro limite minimo: un circolante pari o superiore ai 5 milioni di dollari locali, che al momento corrispondono a circa 3,7 milioni di USD.
Tra i vari punti, il framework prevede che le riserve:
- siano asset altamente liquidi e a basso rischio;
- il valore corrisponda almeno al 100% del valore circolante della specifica stablecoin;
- siano depositate al sicuro e in conti auditati.
In aggiunta, altre norme stringenti regolano il claim tra stablecoin e asset a cui essa è legata.
La cornice creata dalle istituzioni di Singapore è solo un passo di in una più ampia strategia di regolamentazione del settore. Ben vengano i miglioramenti, confidando però in norme non troppo restrittive e che andrebbero a penalizzare l’industria.
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