Stock market: gli USA non convincono gli investitori
Di Gabriele Brambilla
Tra l'effetto Trump, le azioni IA e la concentrazione di denaro su poche società, lo stock market americano continua a non convincere gli investitori
Lo stock market USA non convince
Lo sappiamo: il titolo può confondere dati i continui record dello stock market americano. Tuttavia, analizzando la situazione, effettivamente è così: l’azionario americano non convince del tutto gli investitori, che cercano lidi più interessanti dove migrare. Spieghiamoci meglio.
Da aprile di quest’anno, l’amministrazione Trump ha avviato la campagna di dazi e controdazi che, a suo tempo, gettò nel panico i partecipanti al mercato. Dopo il Liberation Day (soprannominato così dallo stesso Trump), il dollaro, i titoli di Stato e le azioni americano subirono pesanti liquidazioni. Il processo in questione arrivò ad assumere nomignoli come “ABUSA”, acronimo di “Anywhere but the USA” (ovunque tranne che gli Stati Uniti), a evidenziare la volontà degli investitori di versare il proprio denaro altrove.
Però, i continui dietrofront di Trump sulla questione dazi hanno dato maggiori sicurezze, spingendo il mercato a recuperare e registrare nuovi record.
Non facciamoci ingannare: le buone performance dei titoli americani rischiano di non farci vedere che, di base, gli investitori cercano di investire meno in questo stock market. Il problema fondamentale è che nel portafoglio medio, sia esso di un piccolo risparmiatore che di un grande investitore, le azioni USA occupano un posto davvero troppo dominante. Dopo i proclami di Trump e il sell off, nonostante i nuovi massimi, molti partecipanti al mercato non hanno cambiato idea: bisogna scaricare un po’ di posizioni dagli States.
Stando ai dati a disposizione, sono parecchio cresciuti i fondi che includono titoli provenienti da qualsiasi parte del mondo tranne che dagli Stati Uniti. Qualcosa che stona con i canoni tradizionali dell’investimento azionario, ma che in realtà sta pagando.
Nel corso di quest’anno, l’indice S&P 500 è cresciuto del 13,8% circa. Una buona performance, che però si rivela peggiorativa se confrontata con un MSCI World ex USA Index: +24%. Per chi non lo sapesse, quest’ultimo indice include grandi società e mid cap in 22 Stati al di fuori degli USA.
Perché si scappa dagli USA?
Ci sono diversi motivi alla base della fuga dal mercato stock a stelle e strisce.
Come dicevamo, pesa l’eccessiva sovraesposizione. Tra gli investitori diventa sempre più importante diversificare anche al di fuori degli USA, considerando anche l’imprevedibilità dell’attuale presidente che rende potenzialmente più volatili i titoli.
Troviamo poi la motivazione policy. Una buona parte degli investitori non condivide le scelte politiche di Donald Trump e preferisce allocare i propri fondi altrove. In questo senso pesano anche le scelte etiche e ambientali, anche in chiave strategica. Ad esempio, sappiamo che le energie rinnovabili dovranno per forza di cose crescere negli anni; ci sono quindi persone e società che desiderano continuare a investirci in ottica di lungo periodo e gli States non sono la migliore scelta per ora.
Attenzione poi anche agli equilibri tra valute fiat. Un risparmiatore europeo che ha investito tanto negli USA quest’anno, considerando l’apprezzamento dell’euro, potrebbe aver perso denaro nonostante i guadagni. Perciò, è più conveniente investire direttamente in Europa ed eliminare (o comunque ridurre) l’esposizione ai tassi di cambio.
Occhio anche alla super concentrazione americana. Circa un terzo della capitalizzazione dell’indice S&P 500 è nelle mani di Tesla, Nvidia, Amazon, Apple, Meta, Microsoft e Alphabet (Google). Solo 7 società su 500: uno squilibrio enorme. Per avere un’idea di confronto, le 10 principali compagnie dello STOXX Europe pesano per poco più di 1/6 della capitalizzazione totale.
Inoltre, mentre le grandi 7 americane operano esclusivamente nel settore informatico/telecomunicazioni o dell’automotive (business principale di Tesla, ma non l’unico), le 10 big europee spaziano dall’energia ai prodotti di consumo, dalla tecnologia alla finanza.
Ciliegina sulla torta, non dimentichiamoci della potenziale bolla AI negli States: molti addetti ai lavori temono che le valutazioni troppo gonfie possano creare problemi all’intero mercato.
Concludendo, seppur lo stock market americano stia andando bene, nel complesso gli investitori stanno guardando altrove. Che sia per diversificare o proteggersi, per protestare od ottimizzare il capitale, il resto del mondo sta guadagnando sempre più consensi.
Da investitori, prendiamo in considerazione questi fattori e valutiamo se la nostra strategia può beneficiare di modifiche in questo senso.